Pieni poteri ai presidi oppure no? Il piano Giannini-Reggi ha parlato di maggiori responsabilità per i dirigenti scolastici ai quali potrebbe essere affidato, in un prossimo futuro, l'incarico di formare un team di 'docenti senior' o, comunque, insegnanti che si distinguono per particolari meriti didattici o relazionali che si occupino direttamente di attività extra scolastiche.

Molti docenti hanno vivacemente protestato contro questa iniziativa, sostenendo che, in questo modo, si andrebbe incontro a favoritismi nonchè a gratuite ingiustizie.

Il quotidiano 'La Stampa' ha chiesto ad Antonio Catania, Provveditore di Vercelli e vicedirettore dell’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, che cosa ne pensa di questa nuova possibilità che potrebbe essere concessa ai presidi.



Miur, scuola, piano Giannini-Reggi: più poteri ai presidi, giusto o sbagliato? 

Il provveditore di Vercelli, parlando di autonomia scolastica, afferma che le cose sono già profondamente cambiate negli ultimi anni, visto che i presidi hanno già a propria disposizione maggiori poteri: 'Faccio un esempio. - afferma Catania - prima di allora, un preside non aveva la capacità di spostare neppure un bidello da una sezione distaccata a un’altra.'

Il 'sogno' dei presidi, però, sarebbe quello di poter scegliere personalmente gli insegnanti da inserire nel proprio Istituto in quanto 'spesso sono scontenti di quelli pescati dalle graduatorie provinciali o d’istituto. Alcuni presidi vorrebbero crearsi loro una graduatoria, sulla base di regole autonome di reclutamento'.



Dunque, ci avviamo verso una Scuola dove i presidi sceglieranno direttamente i propri collaboratori? Antonio Catania preferirebbe non arrivare fino a questo punto, visto che si correrebbe il rischio di assistere a fenomeni di nepotismo. Ma allora come dovrebbero essere valutati gli insegnanti? 

'Per curriculum e per titoli, ma anche per capacità di insegnamento.

- afferma il provveditore di Vercelli - Quando un preside mi dice che il punteggio di un docente in graduatoria non rispecchia la sua reale preparazione, posso essere d’accordo. Uno può essere scienziato, ma non avere competenze relazionali.'



Per fare questo, però, servono anche risorse e in questo momento la scuola può solo disporre di quello che passa il convento. La cautela, in ogni caso, sarebbe d'obbligo, perchè l'assunzione di un docente potrebbe dipendere da altri fattori che poco hanno a che vedere con l'aspetto puramente didattico.