Come tutti gli operatori ben sapranno, il 29 agosto potrebbe essere una data decisiva per quanto riguarda l'attesa riforma della Scuola Renzi-Giannini. Proprio ieri, durante un meeting di Comunione e Liberazione, il ministro Giannini ha delineato quella che ha definito "la visione del governo", alcune linee guida che dovranno trasformare l'intero comparto scolastico italiano. Da sottolineare è che gli interventi non saranno immediati e che tutto verrà rinviato alla Legge di Stabilità (che dovrà essere pronta per il 15 ottobre) per capire quali saranno le disponibilità economiche per una riforma della scuola che non sarà a costo zero come tutte le ultime varate da governi di diverso colore.

In questo articolo cercheremo di analizzare i provvedimenti in discussione, supplenze, merito, ruolo dei docenti, per capire se si tratta di una vera rivoluzione e di un vero passo in avanti.

Riforma scuola Renzi-Giannini, supplenze e altro

Uno dei nodi più discussi riguardo l'annuncio della Giannini è quello che riguarda le supplenze, tema che potrebbe costituire il fulcro della riforma della scuola Renzi-Giannini. Il ministro ha infatti ribadito la necessità di cancellare le supplenze e di ragionare a partire dall'organico funzionale. Ma cosa significa in termini concreti? Significa che le scuole potranno avere a disposizione un numero di docenti che non rientrano nell'organico di diritto e che potranno essere impiegati per supplenze brevi e altre mansioni.

L'organico funzionale nelle idee della Giannini dovrà essere costituito a partire dalle reti di scuole, in poche parole un certo numero di istituti faranno "rete" e avranno a disposizione un numero di insegnanti per supplenze e altre mansioni. L'idea è ancora vaga, ma di certo farà sussultare le schiere di precari che potranno vedere sfumare l'unica possibilità per accumulare punteggio e salire in graduatoria.

In più, su quale base le scuole sceglieranno gli insegnanti che faranno parte dell'organico funzionale di rete? Insomma, la proposta, innovativa sicuramente, resta ancora sospesa in un limbo, bisognerà attendere i provvedimenti per capire la direzione che si sta prendendo.

L'altro elemento determinante per la riforma della scuola Giannini-Renzi è quello della possibilità di una differenziazione delle figure professionali nella scuola.

La linea di tendenza è quella di creare differenti ruoli per i docenti, per cui alcuni si occuperanno della didattica curriculare, mentre altri potranno essere impiegati per altre mansioni, come il coordinamento di progetti, corsi di recupero e altro. Anche su questo punto, le linee guida sono nebulose, non è chiaro infatti se si istituirà gerarchia o meno, se il meccanismo sarà quello "concorrenziale" tra i vari docenti.

Riforma scuola Renzi-Giannini, supplenze e altro: si tratta di una vera rivoluzione?

Secondo i sindacati, la riforma della scuola Renzi-Giannini rappresenta soltanto uno spot per il governo, ma a noi interessa comprendere in che senso potrebbe rivoluzionare il comparto dell'istruzione.

Riguardo i punti analizzati, cancellare il sistema delle supplenze potrebbe, se non ben calibrato all'interno dell'organico funzionale di rete, portare a una carenza di personale e a problemi per la continuità didattica. Mentre, invece, inserire diverse figure professionali nella scuola, soprattutto se scandite attraverso una gerarchia di ruoli con differenti mansioni e soprattutto differenti "stipendi", potrebbe portare a una concorrenza tra docenti che nuocerebbe a uno dei principi cardine dell'intera concezione della formazione e cioè la collaborazione tra docenti per il raggiungimento di fini comuni. Insomma, la riforma della scuola Renzi-Giannini potrebbe non essere soltanto uno spot e bisognerà attendere quali saranno nel concreto i provvedimenti e capire se porteranno a un miglioramento della scuola italiana oppure no.