La Riforma Scuola 2014 entra nel vivo, il ministro Stefania Giannini, presente al meeting di Cl, ha mostrato i suoi punti principali per risolvere il problema del precariato in Italia. Vediamo quali sono i passaggi fondamentali del suo intervento. Pochi punti e sottoforma di flash, questo l'intervento di Stefania Giannini al Meeting del Cl. Secondo il responsabile del Miur pare che il vero problema del lavoro in Italia, almeno dal punto di vista della riforma scolastica, sia il ruolo del supplente. Bisogna eliminare questa figura obsoleta, dice la Giannini, e prosegue affermando che tale operato non fa bene né alla scuola né tanto meno al supplente stesso.

Sostanzialmente, si potrebbe essere anche d'accordo, in linea di massima, a nessuno fa piacere fare il sostituto di un altro, questa situazione precaria è indubbiamente uno dei grandi problemi del lavoro in generale, ma in mancanza d'altro ci si accontenta. Dicevamo, potremmo anche essere d'accordo con le parole della Giannini, rimane il fatto che però al momento sono soltanto parole, o meglio, il ministro non spiega in che modo intende eliminare tale figura e dare finalmente una spallata decisiva al precariato. La Giannini con una battuta afferma che questi supplenti non saranno eliminati fisicamente, ma il dubbio rimane, come togliere il ruolo di supplente e fare di tutti gli insegnanti d'Italia lavoratori a tempo indeterminato?

Il ministro Stefania Giannini ha rimandato a qualche giorno (il CdM del 29 agosto) il prosieguo del suo discorso che, intanto, non si è concluso qui. Gli altri punti toccati dal responsabile del Miur sono stati una sorta di esegesi del ruolo della scuola oggi, una struttura che ha la funzione di dare la libertà d'istruzione a tutti, indistintamente.

Anche qui, belle parole, ma la tanto sbandierata parità scolastica al momento è poco meno di un'utopia. Qualche chiarezza in più invece per quanto riguarda l'istruzione. Il ministro ha individuato nella media inferiore l'anello debole dell'insegnamento italiano. Per il ministro dunque è in questo anello che dovranno essere fatti maggiori interventi.

Un progetto interessante potrebbe essere quello di coinvolgere alcune aree del Mediterraneo, ma anche dell'Iraq e della Siria in modo da avviare un percorso di confronto culturale con il nostro Paese. Per farlo sarà indispensabile far venire in Italia centinaia di ragazzi provenienti da tali paesi per aumentare questo senso di globalizzazione che tanto può far bene al sistema scolastico italiano, spesso ancora troppo ancorato a vecchie tradizioni ormai obsolete.