Prosegue il dibattito in tema di previdenza e pensioni lavoratori precoci: intervenuto nel corso di Porta a Porta, Matteo Renzi ha chiarito alcuni importanti punti sottolineando che non ci saranno tagli alle Pensioni e che Cottarelli continuerà a ricoprire il ruolo di commissario alla spending review fino alla Legge di Stabilità, dopo di che abbandonerà il suo incarico. Renzi ha sottolineato che Cottarelli avrebbe già voluto lasciare il proprio impiego ma è stato lo stesso Premier ha chiedergli di rimanere sino all’approvazione della Legge di Stabilità di autunno, provvedimento che a questo punto diventa uno spartiacque decisivo.
Si perché all’interno della Legge dovrebbero arrivare importanti interventi previdenziali mirati a costruire un sistema più flessibile e meno rigido che ruoti attorno a prepensionamento e uscite anticipate dall’impiego, tutte misure fondamentali per la risoluzione del caso pensioni lavoratori precoci che sono però messe a repentaglio dallo stesso parere del commissario, più che mai deciso ad imporre le proprie condizioni prima di lasciare. Esaminando quanto detto da Renzi e stando ai programmi presentati in passato da Cottarelli, al momento appare tutt’altro che scontato un placet del commissario in merito ad interventi previdenziali che risultino troppo onerosi per le casse statali, ecco che la riforma su prepensionamento e flessibilità potrebbe essere cestinata.
Se il provvedimento dovesse saltare come unica ipotesi in vista della risoluzione del caso pensioni lavoratori precoci rimarrebbe l’APA, con Poletti chiamato comunque a dettagliarne il funzionamento.
Pensioni lavoratori precoci, prepensionamento o APA? Cottarelli vs Renzi, deciderà il commissario
Come accennato nel corso di precedenti contributi, il caso pensioni lavoratori precoci stenta ad entrare nel dibattito previdenziale: nonostante ciò esecutivo e ministri hanno in cantiere ormai da tempo misure che potrebbero interessarne la vertenza, su tutti la manovra su
prepensionamento e pensione anticipata che dovrebbe riformare il tessuto pensionistico rendendolo
più flessibile e meno rigido. L’idea sarebbe quella di consentire ai lavoratori
uscite dall’impiego meno traumatiche e in questo senso non sarebbe da escludersi
una riduzione delle penalizzazioni attualmente previste per l’accesso al prepensionamento: il condizionale è purtroppo d’obbligo considerato in particolare come ogni intervento dovrebbe arrivare in seno alla stessa Legge di Stabilità che vedrà Cottarelli quale unico
manovratore. Renzi gli avrebbe chiesto di restare proprio per poter allestire un provvedimento strutturato e al riparo da crepe, ecco che il commissario potrebbe bloccare sul nascere ogni manovra. Che tra lui e Renzi non corresse
buon sangue era comunque chiaro da tempo: "Cottarelli mi ha chiesto tre mesi fa di poter andare a Washington al Fondo monetario anche per motivi di famiglia. Io gli ho detto ‘Però la legge di stabilità la fai con noì’ e così’ sarà” ha dichiarato Renzi a Porta a Porta. Cottarelli avrà dunque
carta bianca in merito alla ratifica della Legge di Stabilità, con buona pace della manovra sul prepensionamento che rischia di
saltare: quali chance rimarrebbero a quel punto in vista di una possibile risoluzione del caso
pensioni lavoratori precoci? Resterebbe l’
APA, l’Assegno pensionistico anticipato, uno strumento però oscuro che
Poletti ha clamorosamente mancato di dettagliare. L’idea di fondo è quella di destinare un prestito a chi accetti di abbandonare in anticipo l’impiego, misura non apprezzata dai lavoratori anche perché dovrebbero poi rendere il
danaro ricevuto sottoforma di trattenute sugli assegni pensionistici. Ogni speranza, non solo per il caso pensioni lavoratori precoci ma anche per le manovre previdenziali, è allora rimessa ad un
compromesso tra le richieste del governo e il volere di Cottarelli. Non resta insomma che affidarsi al
buon senso del nostro sistema politico…