L'inizio non è sicuramente dei migliori: il pil intorno allo zero non è sufficiente per ripartire. Nonostante, però, la mancata crescita, il Premier Renzi non si scoraggia e non cambia idea sulla direzione da prendere con la legge di stabilità: 20 miliardi di risparmi per riuscire a garantire gli 80€ in più sulle buste paga e prendere nuovi impegni, di cui uno è in cima a tutti gli altri: abbassare le tasse sul lavoro. "Portiamo l'Italia fuori dalla crisi". Queste le parole chiare e decise di Renzi, neanche lontanamente e minimamente intimidito dalle proteste dell'Anm sulla riforma della giustizia.
La legge di stabilità è ancora tutta da costruire ma il premier sembra avere le idee molto limpide: i risparmi saranno ricavati dalla spending review. Ogni ministero, infatti, darà un contributo del 3%. Purtroppo le risorse non potranno essere colte né dalla rivalutazione del Pil (che lascia nettamente l'amaro in bocca a Renzi), né dalla crescita (inesistente). I tagli alla spesa pubblica serviranno sia per confermare gli 80€ sulle buste paga sia per destinare nuovi fondi alla scuola pubblica (circa 900 milioni). Un aiuto al Governo arriva direttamente dalle banche, con il taglio degli interessi della Bce. Queste, inoltre, potrebbero giocare un ruolo fondamentale per la svolta nel nostro paese qualora dessero i soldi alle imprese.
Infine, per cercare di stringere i tempi, alle diverse riforme (giustizia, pubblica amministrazione e lavoro), Renzi ha chiesto ai capigruppo del Pd, Speranza e Zanda, di fare in modo che le camere lavorino almeno 5 giorni su 7. Dunque, nonostante tutte le resistenze e le difficoltà che sta incontrando, il premier non vuole assolutamente cedere perché fermamente sicuro che il suo piano per il futuro dell'Italia sia quello più giusto.
Che abbia ragione o meno, che si stiano sollevando solo polemiche inutili e sterili o meno, sarà solo il tempo a dircelo. A noi spettatori, non resta altro che aspettare ed osservare se i tanto attesi risultati arriveranno.