Venti miliardi di euro in tre anni con buona pace delle manovre in fase di preparazione: sembra possa essere questo l’epilogo di una vicenda che questa mattina ha registrato soltanto il primo atto, con il Commissario alla spending review Carlo Cottarelli ad aver presentato la prima bozza di una manovra lacrime e sangue che dovrà farà uscire l’Italia dallo stato di recessione economica. Il programma di tagli stilato da Cottarelli potrebbe impedire al governo Renzi di ratificare importanti interventi previdenziali, su tutti quelli riferiti alla pensione anticipata, provvedimenti che avrebbero interessato molto da vicino il caso Pensioni lavoratori precoci: in queste ultime settimane stava inoltre decollando il piano Poletti-INPS, un programma finalizzato a creare uno scivolo che risultasse in grado di traghettare sino al pensionamento gli over 50 rimasti senza lavoro. Il dibattito degli ultimi tempi aveva insomma abbracciato una serie di importanti ipotesi, tutte misure che avrebbero dovuto incidere su prepensionamento e pensione anticipata e contribuito a creare un sistema più flessibile e meno rigido. Nel corso di precedenti contributi abbiamo più volte sottolineato come il governo stenti a prendere in considerazione il caso pensioni lavoratori precoci aggiungendo però come numerose ipotesi tra quelle paventate in questi giorni avrebbero potuto toccare indirettamente la vertenza: il programma di Cottarelli cambia invece le carte in tavola, con buona pace non solo di Poletti ma anche del presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che dovrà probabilmente dire addio alla propria proposta di legge.

Pensioni lavoratori precoci, pensione anticipata e piano Poletti-INPS: decide Cottarelli? Mancano le risorse

Come accennato in apertura, quanto accaduto questa mattina potrebbe aver assestato un duro colpo al dibattito previdenziale con particolare riferimento al caso pensioni lavoratori precoci: in queste ultime settimane Poletti, INPS e governo Renzi (pensiamo anche alle dichiarazioni di Baretta, Brambilla e Brunetta) stavano gettando le basi di una riforma della pensione anticipata che risultasse in grado di rendere il sistema previdenziale più flessibile e meno rigido. Un ‘piano’ quello messo a punto dalle Istituzioni che adesso rischia di saltare per via del programma di tagli presentato quest’oggi da Cottarelli: il documento parla di oltre 20 miliardi da doversi risparmiare in 3 anni, danaro che non verrà dai tagli alle pensioni ma che comunque non potrà essere reinvestito. A soffrirne potrebbero essere in particolare il settore previdenza (abbiamo già detto delle implicazioni connesse al caso pensioni lavoratori precoci ma pensiamo anche a vertenze come quelle di esodati e Quota 96) e quello scolastico, con Renzi che non più tardi di 72 ore fa ha presentato una riforma dai costi non indifferenti. Tornando al caso pensioni lavoratori precoci, non si può non sottolineare come il programma di tagli di Cottarelli sancisca il definitivo tramonto della proposta di legge Damiano (riforma della pensione anticipata con uscita per tutti a quota 41 anni di contributi ): la misura - che se rimodellata avrebbe potuto essere adottata anche appannaggio dei lavoratori precoci - non trovava il favore di Poletti né quello dell’INPS, che ne quantificava il peso economico in oltre 40 miliardi. Appare dunque impossibile che il governo Renzi decida di perseguire un simile intervento con il programma di Cottarelli a fare capolino in cima alla lista delle ‘pratiche da sbrigare’: a questo punto viene ad essere messa in discussione anche la riforma della previdenza che sarebbe dovuta arrivare con la Legge di Stabilità, cosa che di riflesso fa nascere tutta una serie di interrogativi: quando il governo Renzi riformerà il sistema pensionistico? Quando inizierà a considerare con serietà e competenza il caso pensioni lavoratori precoci? Quando le numerose vertenze previdenziali ancora in piedi verranno risolte? Solo il tempo potrà dirlo.