La spending review, nonostante i numerosi passi avanti sulla riforma del lavoro e della giustizia, non riuscirà a raggiungere i risultati sperati se non si ricomincerà a prendere in considerazione i tagli alle Pensioni. A renderlo noto è il Fondo monetario internazionale, che ieri si è trovato costretto a rivedere al ribasso la stima del PIL (prodotto interno lordo) relativo al 2014 per l’Italia, dopo la pubblicazione dei dati negativi da parte di Standard & Poor’s e dell’Ocse.

Secondo il Fmi, la ricchezza prodotta in Italia accuserà un calo nell'ordine dello 0,1%.

Quale sarà, dunque, una strada che inevitabilmente il nostro Paese sarà costretto ad imboccare? Quella dei tagli sulle pensioni. Molto più che un consiglio a Matteo Renzi, quello che l'Fmi ha lasciato intendere. I risparmi significativi si riusciranno ad ottenere solo se si interviene anche sulla

grande spesa pensionistica che l'Italia sostiene ogni anno. 



Non dimentichiamoci che la spesa nel nostro Paese per le pensioni è la più alta d’Europa.

Non dimentichiamoci nemmeno che il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, che guarda caso viene proprio dal Fondo Monetario Internazionale e ben presto ci ritornerà, aveva proposto un piano di intervento che suggeriva al governo diversi tagli alla spesa previdenziale ed assistenziale: in particolar modo, Cottarelli si riferiva alle pensioni d’oro, agli assegni di accompagnamento, alle pensioni d’invalidità e a quelle di reversibilità.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, però, decise di scartare queste misure per un semplice motivo: le aveva ritenute impopolari. Come dare torto al premier? Sarebbe stato da folli accettare una linea di tagli alle pensioni, soprattutto dopo aver escluso (almeno momentaneamente) la categoria dei pensionati dal bonus degli 80 euro. Non dimentichiamoci, poi, che gli anziani rappresentano una bella fetta dell'elettorato che ha appoggiato la scorsa primavera e sta tutt'ora appoggiando Matteo Renzi: il puzzle, come possiamo notare, è da considerarsi completo. Che dite voi lettori, serve altro per giustificare il programma del Presidente del Consiglio?