Il Governo Renzi presenta la legge di stabilità 2015, ma glissa in modo emblematico sul capitolo Pensioni. Difficile immaginare fin dall'inizio una così totale assenza di spunti operativi o interventi sul tema della previdenza, nonostante le aspettative di tutti fossero già basse per una questione così spinosa. D'altra parte, i principali rappresentanti dell'esecutivo avevano spiegato che risorse finanziarie per un intervento di largo respiro semplicemente non c'erano.

Al contrario, fino a qualche settimana fa sembravano ancora possibili delle misure di salvaguardia ad hoc; salvaguardie che sono sfumate negli scorsi giorni, con le ultime dichiarazioni del Ministro Giuliano Poletti "al momento non sono previsti specifici interventi sulle pensioni nella Legge di Stabilità, né di togliere né di aggiungere". Certo è che lo stesso Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro in Parlamento, aveva chiesto ben altre azioni di tutela all'esecutivo Renzi, tanto che appena qualche settimana fa si esprimeva come segue: "ci auguriamo che il ministro Poletti affronti nella Legge di Stabilità il tema della flessibilità del sistema pensionistico per risolvere le rilevanti questioni sociali nate a causa delle scelte del Governo Monti [...] la cifra di un miliardo e mezzo di euro prevista dal Premier Renzi è sicuramente un buon inizio, ma è sproporzionata rispetto alle esigenze".

Il Progetto Damiano, in particolare, doveva prevedere il pensionamento anticipato per tutti i contribuenti, purché si raggiungessero i 62 anni di età e i 35 anni di contribuzione. Un'idea che però, secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato, avrebbe comportato ulteriori aggravi finanziari per una cifra stimabile tra i 30 e i 40 miliardi di euro.

Il nuovo Commissario Inps Tiziano Treu: rendere più flessibile l'uscita dal lavoro

Nel frattempo era intervenuto sull'importante tema dei lavoratori disagiati anche il nuovo Commissario e futuro Presidente dell'Inps Tiziano Treu, spiegando che il problema doveva sicuramente essere tenuto in considerazione, perlomeno per i casi più gravi: "ci sono molte proposte per rendere più flessibili le modalità di pensionamento, per le donne ci sono già, per gli uomini si tratta di vedere come farlo e quanto costa.

C'è soprattutto l'ipotesi di fare un prestito che anticipi una quota della pensione, insomma vedremo. Specialmente per i lavoratori che hanno iniziato nei tempi dei tempi sarebbe utile avere forme di flessibilità in uscita". Sarebbe quindi quest'ultima la soluzione ora più praticabile per offrire ai tanti lavoratori rimasti bloccati con la legge Fornero del 2011 una possibile via d'uscita. Ricordiamo che stiamo parlando di un'ampia platea di persone, come ad esempio i lavoratori esodati (rimasti senza redditi da lavoro e senza accesso all'inps), i lavoratori precoci (che hanno iniziato a lavorare in giovane età), chi ha svolto lavori usuranti e coloro che hanno perso il lavoro in tarda età. E voi cosa pensate riguardo queste ultime vicende? Fateci sapere la vostra opinione con un commento all'articolo.