Ieri sono scesi in piazza, più uniti che mai, i sindacati CGIL, CISL e UIL per chiedere a Renzi una vera riforma Pensioni 2014/2015. Difficilmente i sindacati confederali si sono mostrati così uniti come durante la manifestazione che si è svolta ieri a Roma, alla quale hanno deciso di partecipare i segretari Susanna Camusso (CGIL), Anna Maria Furlan (CISL) e Carmelo Barbagallo (UIL). Lo slogan del corteo è stato che "Di promesse non si vive", e i manifestanti hanno chiesto al governo tutta una serie di provvedimenti che aggiustino le storture clamorose della legge Fornero e che possano dare gli italiani maggiore serenità riguardo al futuro.

La UIL ha anche minacciato l'occupazione delle sedi INPS.

In questo articolo, oltre ovviamente a raccontare la giornata, metteremo a fuoco tutti i nodi che i sindacati hanno rilevato per quanto riguarda la possibilità di una riforma pensioni 2014/2015.

Riforma pensioni 2014/2015: ecco le storture da aggiustare, secondo i sindacati

Sono tanti i temi che sono stati affrontati durante questa giornata di manifestazione e, analizzandoli tutti, si tratterebbe di fatto della richiesta di una riforma delle pensioni che possa mandare definitivamente in soffitta la legge Fornero.

In primo luogo si è parlato delle penalizzazioni per la i lavoratori precoci e dunque di un allentamento dell'età pensionabile in vista della pensione anticipata.

Le richieste dei sindacati sono note, si tratterebbe di creare uno "scivolo" permettendo il raggiungimento della pensione anche a chi ha 62 anni e vuole uscire dal mondo del lavoro. In più si è parlato anche di pensioni minime e si richiede un aumento considerevole dell'assegno, che al momento non permette neanche di sopravvivere.

In secondo luogo si è discusso circa l'estensione del bonus Renzi di 80 euro anche per i pensionati e si è criticato a fondo la vera e propria stangata che il governo ha deciso, nella legge di stabilità, per quanto riguarda l'aumento del prelievo fiscale sulla previdenza complementare. L'idea è che, con il Tfr in busta paga e l'abbattimento del secondo pilastro della previdenza (quello privato), chi lavora oggi, difficilmente potrà avere una pensione sufficiente quando uscirà dal mondo del lavoro.

Un terzo elemento riguarda il taglio dei fondi ai patronati, le istituzioni che aiutano le persone per quanto riguarda la sempre complessa materia fiscale e previdenziale. Particolarmente duro l'affondo della UIL, Luigi Angeletti, durante la sua audizione alle commissioni Bilancio delle due camere, ha infatti sottolineato che, se dovesse passare il provvedimento che taglia i fondi ai patronati, proseguirà nella sua lotta e porterà milioni di persone ad occupare le sedi Inps e i palazzi governativi.

Insomma, il tema della riforma delle pensioni 2014/2015 diventa un terreno di scontro molto duro, con i sindacati mai così uniti negli ultimi tempi, e il premier Renzi che, forse, dovrà decidere di discutere con essi sul futuro della previdenza e del lavoro.