Con l'apertura dell'attività di Governo del 2015 torneranno al pettine i tanti nodi della previdenza che ancora risultano irrisolti. Le questioni di maggiore disagio restano in essere ormai dal lontano 2011, ovvero dal momento in cui il Governo Monti si è trovato a prendere un provvedimento di emergenza per assicurare la sostenibilità dei conti dell'Inps. Se in quei giorni la crisi dello spread aveva messo in dubbio perfino il pagamento degli stipendi pubblici e delle Pensioni future, la situazione di stallo dell'economia italiana che si è protratta negli anni successivi non ha purtroppo permesso di approvare quei correttivi che sarebbero stati necessari per rendere meno rigido il sistema di accesso alla previdenza.
Resta quindi ancora molto da fare, visto che la recessione ha accentuato le difficoltà di tanti lavoratori in età avanzata: per tutti sarebbe necessaria una misura strutturale di pensione anticipata, che possa offrire il pensionamento con almeno 36 mensilità di salvaguardia.
Pensioni anticipate 2015: ecco alcune delle situazioni da sanare. Governo studia pacchetto di riequilibrio dell'Inps?
Stante la situazione, il Governo Renzi ha deciso di adottare sulla questione una politica di basso profilo, al fine di non creare false aspettative e di agire con la gradualità richiesta dalla necessità di verificare le coperture finanziarie.
D'altra parte, le situazioni da salvaguardare restano molte: a partire dagli esodati non rientranti nell'ultima salvaguardia, che però hanno visto negli ultimi giorni una nuova apertura dell'Inps dedicata a coloro che matureranno i requisiti entro il 2015. Per proseguire con alcune specifiche categorie di persone che hanno svolto lavori usuranti, oppure con i lavoratori ATA e quota 96 della scuola, che per il momento vengono rimandati a mansioni meno gravose mediante il progetto chiamato #labuonascuola. Resta in stand by anche l'opzione donna, con l'Inps che prosegue nel protocollare le domande senza accettarle in via definitiva. Ma più in generale, vi sono da affrontare le situazioni di disagio lavorativo e disoccupazione sperimentate da tutti coloro che risultano troppo giovani per ottenere l'accesso all'Inps, oppure troppo anziani per potersi reinserire nel mercato del lavoro.
Allo studio dell'esecutivo vi sarebbero numerose proposte, a partire dalla Quota 100 di Damiano sino a quella del prestito pensionistico e delle mini pensioni dell'ex Commissario Inps Tiziano Treu. È chiaro che l'ostacolo principale alla flessibilizzazione dell'Inps resta il nodo delle coperture finanziarie, anche perché sulla gestione del problema continuano ad arrivare nuovi suggerimenti. Ultimo in ordine temporale è il progetto di riforma delle pensioni presentato dall'IDV, che suggerisce la possibilità di accedere alla quiescenza a partire dai 60 anni di età, con delle penalizzazioni progressive fino ai 65 e con degli incentivi per chi volesse proseguire fino ai 70 anni. Secondo il firmatario, il Segretario Nazionale Ignazio Messina, le coperture si potrebbero ottenere attraverso una patrimoniale sui grandi patrimoni (superiori ai 5 milioni di euro) e l'imposizione di un tetto alle pensioni d'oro superiori ai 5.000 € netti al mese.
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