Il tema della flessibilità in uscita dal lavoro torna al centro delle discussioni sulle ipotesi d'intervento nel campo della previdenza per l'anno 2015. Durante gli ultimi mesi si è potuto assistere ad un'attività sinergica di Parlamento e Governo Renzi, volta a rimediare perlomeno ai casi più gravi di disagio lavorativo: si pensi ad esempio alla sesta salvaguardia dei lavoratori esodati votata all'unanimità da Camera e Senato, oppure al recente provvedimento di sblocco delle Pensioni anticipate per lavoratori precoci, a cui sono state eliminate le penalizzazioni fino al 2017.

Ma nonostante questi importanti passi in avanti, resta ancora molto da fare per correggere tutte le situazioni problematiche che si sono venute a creare con la legge Fornero del 2011. Tra i vari casi di lavoratori che restano ancora in attesa di una risposta vi sono gli esodati che non sono potuti rientrare nelle precedenti salvaguardie, alcune tipologie di lavori usuranti, i quota 96 della scuola e più in generale tutti coloro che sono rimasti disoccupati in un'età troppo avanzata per potersi reinserire nel mercato ed al contempo troppo giovane per ottenere il pensionamento.

Governo Renzi al vaglio di nuove misure utili al prepensionamento, ma sul dossier resta il massimo riservo

Non stupisce quindi che l'esecutivo sarebbe già al lavoro su delle misure da avvallare già nel corso del 2015, in modo da poter flessibilizzare i meccanismi di accesso al pensionamento, anche e soprattutto pensando ai tanti disoccupati che con la legge Fornero hanno perso la possibilità di confluire nell'Inps.

D'altra parte, la recente nomina dell'economista Tito Boeri al comando dell'Inps segue esattamente la logica della flessibilizzazione, visto che in alcuni editoriali passati il Neo Presidente avrebbe indicato la possibilità di riequilibrare il sistema attraverso un meccanismo di ricalcolo parziale da applicare su alcune pensioni d'oro.

I risparmi ottenuti sarebbero successivamente destinati proprio alla sanatoria delle situazioni di maggiore disagio. Lo stesso esecutivo, in un recente comunicato stampa, ha specificato di essere al vaglio di alcune soluzioni per rendere maggiormente flessibile l'uscita dal lavoro, anche se non ha fornito anticipazioni per motivi di prudenza istituzionali e per non creare aspettative sbagliate nella platea dei potenziali destinatari.

Riforma Pensioni, arriva nuova proposta di IDV per l'esecutivo Renzi

Nel frattempo si moltiplicano le proposte di modifica del sistema previdenziale in arrivo dalla politica. Tra le ultime vi è quella firmata da Ignazio Messina del partito Idv, che prevede un meccanismo di pensionamento flessibile a partire dai 60 anni di età, con piccole penalizzazioni fino ai 65 anni e con incentivo a partire da questa soglia per arrivare ai 70 anni di età. Tra le misure di coperture, si citano interventi patrimoniali sui grandi patrimoni (superiori ai 5 milioni di euro) e pensioni d'oro. Come sempre, vi invitiamo a farci sapere cosa pensate delle vicende riportate attraverso la funzione commenti del sito, mentre se desiderate restare aggiornati potete utilizzare il comodo pulsante "segui" che vedete in alto, sopra al titolo dell'articolo.