Siamo arrivati ormai al termine del 2014, un anno durante il quale si sono presentate molte novità in tema di Pensioni e previdenza. Se da un lato vi sono stati alcuni colpi di scena inaspettati, attraverso provvedimenti ad hoc che hanno sbloccato la situazione di platea ristrette, dall'altro lato restano ancora in essere molti dei problemi che si sono generati con la riforma di legge risalente al 2011. Nonostante ciò, resta il fatto che la legge di stabilità siglata a ridosso della fine dell'anno potrebbe essere riconosciuta in futuro come un vero turning point di stampo previdenziale, soprattutto se si considera che il provvedimento di salvaguardia per i lavoratori precoci (in grado di annullare tutte le penalizzazioni precedenti fino al 2017) è arrivato in modo estemporaneo, senza apparenti segnali premonitori.

Ma l'indizio silente su quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi ci arriva anche da due misure considerabili come minori, eppure a nostro giudizio rilevanti per l'importante cambiamento di mentalità che sottintendono: stiamo parlando del limite alla cumulabilità delle pensioni d'oro per i dipendenti pubblici e del ripensamento parziale sull'aumento di tassazione dei fondi pensione privati.

Le prospettive di modifica della previdenza nei prossimi mesi: quali interventi sta preparando il Governo Renzi per l'Inps?

Tenendo a mente quanto appena esposto, si può delineare quella che potrebbe essere l'azione di Governo sulla previdenza per i prossimi mesi. Partendo dalla stretta sulle pensioni d'oro dei dipendenti pubblici con incarichi di prestigio (che potevano cumulare ingiustamente i vantaggi del sistema retributivo e di quello contributivo), si può intuire che presto potrebbero arrivare altre misure di riequilibrio anche nel settore privato.

La nomina dell'economista Tito Boeri alla Presidenza dell'Inps fa pensare proprio all'idea di un progetto di diversa amministrazione nell'erogazione delle rendite di previdenza, anche perché i risparmi che possono essere ottenuti seguendo una simile prassi potrebbero facilitare delle nuove norme di flessibilizzazione nell'accesso alla quiescenza.

Quest'ultimo punto, ovvero la modifica dei requisiti anagrafici utili al pensionamento, sarebbe una strada obbligata per poter risolvere in via definitiva le numerose situazioni di disagio lavorativo che stanno sperimentando attualmente molti italiani in età avanzata.

Altrettanto interessante è la vicenda che ha riguardato la previdenza privata.

Durante il passaggio alla Camera della legge di stabilità 2015, è stato deciso un aumento delle imposte per i fondi pensione privati dall'11,5% al 20%, mentre le casse dei professionisti hanno visto aumentare l'aliquota dal 20% al 26%. L'idea iniziale del legislatore di equiparare questi montanti alle rendite finanziarie si è però modificata in Senato, dove sono stati previsti dei crediti d'imposta per i gestori che avrebbero destinato i propri investimenti all'area geografica del Bel Paese. Ancora una volta si è così assistiti all'idea di perseguire un riequilibrio complessivo del sistema, affinché si possano limare le situazioni più estreme facendole coincidere con le esigenze di morigeratezza e di responsabilità nell'amministrazione del bilancio pubblico, dettate dai criteri provenienti da Bruxelles.

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