Riportiamo il parere, seppur nella sintesi, dell'Ispettore Max Bruschi, del Miur, e di Walter Miceli, Avv. del Foro di Palermo, circa la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014, sui precari della Scuola che possono vantare 360 giorni di incarichi a tempo determinato su posto vacante. Le interviste integrali si possono leggere su "Orizzonte scuola".

Per ambedue gli esperti, il fondamento e la portata storica della sentenza europea consistono nella fine della pratica dei contratti a tempo determinato.

La prassi utilizzata dal Ministero della Pubblica Istruzione in maniera reiterata, secondo l'avv. Miceli, è in palese violazione del quadro normativo europeo. I veri tribunali italiani, cui molti dei precari si sono rivolti per avere "giustizia", aspettano le indicazioni che potranno venire dal pronunciamento della Corte Costituzionale. Pronunciamento che di certo non avrà tempi lunghi. Per ambedue gli esperti, i 36 mesi sono un tempo sufficientemente adeguato a dimostrare il fatto che sono stati camuffati veri e propri posti di lavoro con sostituzioni temporanee, disattendo in tal modo quanto affermato nella direttiva comunitaria 1999/70.

Sotto accusa, quindi, i contratti a tempo determinato al 30 giugno o al 31 agosto. Le due scadenze non incidono ai fini di un eventuale ricorso, avendo i precari sopperito comunquea carenze nell'organico di diritto. Del resto anche nella Buona Scuola di renziana memoria si parla di un unico organico funzionale, non facendo più distinzione tra organico di diritto ed organico di fatto. La circostanza, poi, di aver, in modo reiterato, dato incarichi a tempo determinato, è considerata la prova assoluta dell'indispensabilità del docente, seppur in veste di insegnante temporaneo. Sempre a parere loro, non sono illegittimi i contratti a tempo determinato che abbiano soddisfatto esigenze di lavoro stabili e non temporanee.

Altra storia, non certamente secondaria, è il capitolo relativo ai risarcimenti per la disparità di trattamento economico dei lavoratori a tempo determinato. Per ciò che attiene le ricostruzioni di carriera, difatti, bisognerà tenere conto della continuità didattica, per non creare discriminazioni tra lavoratori di uno stesso comparto. Insomma sia per l'Ispettore Bruschi sia per l'avvocato Miceli, gli aspiranti ad un posto stabile, possono sperare che la parola fine alla loro precarietà possa essere scritta alquanto presto.