Sono giorni decisivi quelli che si stanno vivendo in vista della futura riforma delle pensioni 2015: tra poco più di 48 ore infatti, la Consulta deciderà in merito all'ammissibilità del referendum promosso dalla Lega Nord con l'intento di cancellare la Legge Fornero e ripristinare lo status normativo previgente. Il giudizio definitivo è atteso per mercoledì 14 gennaio, con la Corte Costituzionale ad avere letteralmente in mano le sorti della prossima riforma delle Pensioni 2015.

Si perché un eventuale referendum, che a quel punto si terrebbe nel mese di aprile, con successiva cancellazione della legge Fornero rimescolerebbe pesantemente le carte in tavola: grazie alla legge dell'ex ministra infatti, il governo Renzi ha contabilizzato in Legge di Stabilità oltre 80 miliardi di euro sino al 2021. Le conseguenze economiche sarebbero dunque incalcolabili, ma anche la cifra che i vari governi hanno dovuto sborsare per salvaguardare negli anni gli individui penalizzati dalla Legge Fornero non è indifferente (oltre 12 miliardi di euro). Restando in tema di riforma pensioni 2015 bisogna poi segnalare la prima mossa ufficiale dell'INPS di Boeri, che tramite la circolare numero 1 del 2015 ha comunicato le novità del nuovo anno relative al coefficiente di rivalutazione delle mensilità che l'INPS stesso adotterà per i prossimi 12 mesi.

Sempre Boeri dovrà poi dare il là al riassetto dell'ente previdenziale, per il quale si profila all'orizzonte una ristrutturazione quasi senza precedenti.

Riforma pensioni 2015, manovra INPS-Boeri e Legge Fornero: Renzi, buco da 80 miliardi da dover colmare ma i benefici sociali sarebbero incalcolabili

Come accennato in apertura, sono giorni caldissimi in vista delle futura riforma delle pensioni 2015: mercoledì prossimo la Consulta deciderà se ammettere o meno il referendum abrogativo della Lega Nord relativo alla cancellazione della Legge Fornero, provvedimento che se andasse in porto costringerebbe il governo a rifare pesantemente i propri conti. Il buco di 80 miliardi di euro che si verrebbe a creare sarebbe pesantissimo da colmare, ma verrebbe anche da dire che il governo Renzi non ha fatto nulla per impedire il proporsi di scenari così radicali. La stessa UIL pressa da mesi l'esecutivo invitandolo ad intervenire sulla Legge Fornero anticipando così le mosse della Lega Nord, ma sin qui nulla è accaduto. Certo i benefici sociali derivanti dalla cancellazione della stessa Legge Fornero sarebbero incalcolabili: su tutte le vertenze di esodati e Quota 96 della Scuola troverebbero risoluzione quasi d'incanto, per non parlare di lavoratori precoci e usuranti ma anche di tutta un'altra serie di categorie costrette sin qui a maturare requisiti stringenti e a pagare dazio tramite pesanti decurtazioni economiche in caso di accesso a prepensionamento e pensione anticipata. I giudici della Consulta sono già riuniti in Camera di Consiglio, staremo a vedere.



Restando sempre in tema di riforma pensioni 2015, previdenza e pensione anticipata bisogna poi sottolineare la prima circolare ufficiale targata Boeri-INPS: l'ente previdenziale ha in particolare sottolineato come l'inflazione presunta calcolata per il nuovo anno sia stimabile attorno allo 0,3%: tradotto, i trattamenti previdenziali erogati dall'INPS in questo 2015 saranno rivalutati sulla base di questo parametro con un impatto comunque molto limitato in termini di reali benefici economici per i fruitori dei suddetti trattamenti. Nonostante questo sia il primo pronunciamento ufficiale della propria presidenza, in queste settimane Boeri sarà chiamato a valutare problematiche ben più impellenti, a cominciare dal riassetto dell'INPS: per l'ente è pronta una struttura ad azienda con la creazione di un vertice composto da Cda e Consiglio direttivo. Seguiremo ogni sviluppo, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' collocato in alto a fianco al nome dell'autore.