Si sta per tornare finalmente a vagliare le ipotesi per l'attuazione di nuove proposte di pensione anticipata nell'ottica della riforma Pensioni 2015, e mentre si attende la riapertura delle discussioni al governo e l'intervento dei sindacati, la pensione anticipata per le donne con opzione contributivo è al centro della class action annunciata e appena avviata dall'omonimo comitato, ecco le ultime notizie.
Pensione anticipata 2015, come potrebbe cambiare con la riforma?
Non è ancora chiaro se il regime attuale con le penalizzazioni abolite fino alla fine del 2017 (per chi esce prima dei 62 anni) possa venire intaccato o meno dall'attuazione delle proposte oggetto della discussione, fatto sta che le ipotesi di riforma vertono tutte su un elemento comune: flessibilità e anticipo dell'età pensionabile. Rispetto alle regole attuali infatti, la pensione potrebbe essere anticipata di circa 4 anni con l'ipotesi dei pensionamenti flessibili (62 anni e 35 di contributi con 2% di penalizzazione per ogni anno di anticipo), da 4 a 6 anni con l'attuazione della quota 100 (età anagrafica + contributi versati = 100, minimo 60 anni), da uno a tre anni con il prestito pensionistico.
La pensione potrebbe poi essere anticipata di 4 o addirittura 9 anni se restasse l'età minima di 57 anni e tre mesi con la proroga del regime sperimentale attualmente previsto per opzione donna, e non è ancora esclusa l'estensione dei regime anche agli uomini, anche se appare poco probabile. In questo caso però il requisiti anagrafico potrebbe essere portato a 62 anni con penalizzazioni derivanti dal calcolo dell'assegno mediante il metodo contributivo puro.
Pensione anticipata donne, comitato opzione contributivo dà il via alla class action
Proprio a proposito della pensione anticipata per le donne a 57 anni, giungono notizie dall'omonimo comitato. Si tratta dell'annunciata class action che porterà fino al Tar del Lazio l'annosa questione dell'opzione donna. La querelle si concentra, oltre che sulla proroga del regime sperimentale ancora non confermata, soprattutto sulle due circolari dell'Inps (la 35 e 37 del 14 marzo 2012) che impediscono l'accesso alla pensione anticipata alle donne che maturano i requisiti entro il 2015.
In proposito, l'Inps stessa si è dichiarata favorevole alla liquidazione di tali importi, ma per procedere all'erogazione della pensione anticipata alle donne che maturano i requisiti nell'anno in corso sono comunque necessarie direttive ministeriali che non sono mai arrivate.
Mentre l'Inps continua a tenere in stand by le domande in attesa che siano i ministeri a fare luce sulla vicenda, il comitato opzione donna ha dapprima lanciato un "ultimatum" e ora organizza la class action. In un comunicato diffuso dal collettivo si leggono le modalità per prendere parte attiva al ricorso: minimo di 200 ricorrenti che pagheranno un contributo di 300 euro per e un mandato difensivo da assegnare ai legali Sacco e Maestri che si faranno portavoce della questione.
Obiettivo dell'azione è di raggiungere la soglia minima per depositare gli atti al Tar del Lazio entro il 31 marzo 2015 che, salvo imprevisti, potrebbe pronunciarsi già entro l'estate. Se desiderate rimanere aggiornati sulle ultime notizie della pensione anticipata e il ricorso sull'opzione donna, vi invitiamo a cliccare il tasto "Segui" in alto.