Il disegno di legge sulla scuola che dovrà essere sottoposto al voto delle Camere ha già suscitato un acceso dibattito tra la categoria dei docenti. A giudicare dai post comparsi sul gruppo FB Chiamalascuola che conta più di 8000 iscritti tra docenti, dirigenti e altri operatori della Scuola e che pertanto può rappresentare un buon punto di osservazione, sembra prevalere un chiaro verdetto di bocciatura del DDL in questione.
I punti su cui principalmente si è rivolta la critica degli insegnanti sono quelli che riguardano i nuovi poteri conferiti ai dirigenti scolastici in tema di scelta del personale inserito negli albi territoriali.
Gli interventi più accesi, nella sostanza considerano eccessivo il potere attribuito ai d.s. (dirigenti scolastici ndr) con la chiamata diretta. I termini arbitrio, nepotismo, clientelismo, preside-sceriffo compaiono spesso nei post che affrontano la questione. La preoccupazione che il d.s. possa approfittare del potere conferitogli dal DDL è forte.
Per la verità al comma 3 dell'art. 7 si parla del principio di "pubblicità dei criteri che ciascun dirigente scolastico adotta per selezionare i soggetti cui proporre un incarico" e di "pubblicità degli incarichi conferiti e della relativa motivazione a fondamento della proposta". Ma l'idea che si ricava dalla discussione è quella di un solco sempre più profondo tra docenti e dirigenti, di un rapporto incrinato tra le due categorie, cavalcato strumentalmente da alcuni sindacati.
Nell'atmosfera esacerbata passa quasi sotto silenzio un' iniziativa che dovrebbe mettere tutti d'accordo : la card dell'insegnante (500 euro su annuali su una carta prepagata che i docenti potranno utilizzare per i loro consumi culturali, libri, teatro, cinema, software didattico etc.) che evidentemente non suscita entusiastici apprezzamenti.
Sarà perché, allo stato attuale, gli insegnanti già usufruiscono di tariffe agevolate nei musei statali?
L'impressione generale che risulta da questa attività febbrile di pubblicazione di post, di condivisione di articoli è che pochi abbiano letto il DDL nella sua interezza e che la gran parte si limiti a schierarsi, accettando in toto opinioni e giudizi espressi in articoli di blog o siti vicini a organizzazioni sindacali, non discernendo, come sempre più spesso accade ai tempi di internet, le notizie dai punti di vista.