Occorre rivedere l'età pensionabile delle lavoratrici di sesso femminile. Lo lasciano intendere le ultime dichiarazioni della deputata del Pd Maria Luisa Gnecchi che durante gli incontri parlamentari ha ricordato che dal 2016 a causa dell'adeguamento alla speranza di vita i requisiti utili alla pensione subiranno un incremento di 4 mesi.

È questo il motivo che spinge la Gnecchi a chiedere interventi immediati prima della fine dell'anno: "Il Ministro del Lavoro afferma che i giochi sulle Pensioni vanno fatti prima della fine dell'anno perché sa che il 2016 sarà l'anno dello scalone", ha ribadito dimostrandosi favorevole su quanto affermato da Poletti.

L'obiettivo principale del Governo è garantire una maggiore flessibilità in uscita a tutti quei lavoratori rimasti fortemente penalizzati dalle norme severe della Legge Fornero. A questo va aggiunta anche la necessità di intervenire sull'età pensionabile delle lavoratrici donne che a partire dal primo gennaio 2016 dovranno andare incontro all'incremento di 4 mesi previsto. Per poter usufruire della pensione anticipata, infatti, occorrerà maturare almeno 41 anni e 10 mesi di versamenti contributivi.

Anche i requisiti per la pensione di vecchiaia subiranno un cambiamento, infatti, dal grafico riportato su "Pensioni Oggi", si evince che le lavoratrici appartenenti al settore privato dovranno maturare 65 anni e sette mesi di età anagrafica mentre le lavoratrici appartenenti al settore pubblico e parasubordinate potranno richiedere la pensione di vecchiaia dopo il raggiungimento di 66 anni e 1 mese di età.

Per quanto riguarda invece l'introduzione di una maggiore flessibilità in uscita sia per gli uomini che per le donne, l'Onorevole Gnecchi ha precisato che tutti i lavoratori che decideranno di lasciare anticipatamente il lavoro andranno incontro a delle piccole penalità sugli assegni previdenziali. Penalità che verranno calcolate tenendo conto di un ventaglio temporale che va dai 60 ai 70 anni di età.

La Gnecchi ricorda anche che il 31 dicembre 2015 sarà il giorno di scadenza della cosiddetta opzione donna, ovvero quel meccanismo che consente alle lavoratrici di lasciare il lavoro all'età di 57 anni ma dovranno optare esclusivamente del metodo contributivo. "Ci sono diversi progetti di legge sulla questione che discuteremo", afferma la deputata del Pd.