Iniziati in tutto il Paese i cortei di protesta a cui hanno aderito insegnanti, studenti e personale amministrativo per protestare contro la riforma della Scuola voluta dal Governo Renzi. I cortei ufficiali sono sette, ma se ne prevedono anche molti spontanei ed anche alcuni flash mob. C'è anche la presenza di tutte le sigle sindacali che hanno lanciato lo Sciopero Generale.

A Roma il primo corteo, composto da studenti e insegnanti, è partito da piazza della Repubblica alle ore 9:30 con destinazione arco della Pace, dove è stato allestito il palcoscenico che servirà da pulpito per gli interventi dei leader delle sigle sindacali.

Le sette piazze in cui si svolgeranno le proteste sono: Aosta, Bari, Catania, Cagliari, Milano, Palermo e Roma. I Cobas sciopereranno anche domani ed il 12 maggio per bloccare i test Invalsi. È prevista la partecipazione degli studenti ai cortei, che, con una lettera aperta ai loro docenti, ne hanno richiesto la presenza. Il ministero dell'Interno, invece, ha inviato una circolare a tutte le prefetture per invitarle a prestare la 'massima attenzione' ai manifestanti.

Solo i presidi non si sono uniti alle proteste, visto che sono gli unici favorevoli alla riforma, in quanto ne beneficiano più di tutti. Gli insegnanti di alcune scuole hanno scritto una lettera indirizzata ai genitori in cui spiegano i motivi di questa contestazione. «I finanziamenti arriveranno principalmente da sponsor, donazioni e contributi volontari dei genitori così una scuola avrà un tesoretto ricco, mentre gli istituti di periferia dovranno contare solo sui soldi che arriveranno dalle mamme e dai papà».

Secondo Annamaria Furlan, segretario generale Cisl, questa riforma non crea una buona scuola, ma porterà alla distinzione tra scuole di Seria A e scuole di Serie B, dando troppo potere ai dirigenti scolastici che assumeranno un ruolo più da sindaco e poco da preside, all'interno dei loro istituti. Bisogna pertanto cambiare il concetto che le decisioni vengono prese da un singolo individuo.