I sindacati scolastici hanno annunciato per il giorno martedì 5 maggio uno sciopero generale. Sciopero che avviene dopo quasi sette anni dal precedente. Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, lo ha dichiarato dal palco durante la manifestazione unitaria dei sindacati svoltasi a Roma in piazza Santi Apostoli.
Le adesioni - Aderiranno allo sciopero saranno i docenti, il personale Ata e dirigenti scolastici che fanno parte delle seguenti sigle sindacali: Flc-Cgil, Cisl scuola e Uil scuola, Gilda-Unams, Snals-Confsal. Si uniranno insieme contro la riforma scolastica che il governo Renzi vuole attuare e le sigle sindacali che saranno Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda.
Alla manifestazione di piazza Santi Apostoli è intervenuta anche Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, dichiarando: 'Ci siamo mobilitati per la prima volta dopo il Ddl varato dal governo e credo che bisogna proseguire anche con questo Sciopero Generale'.
Anche gli studenti che fanno parte della Uds e della Rete studenti medi hanno annunciato che si uniranno allo sciopero e molto probabilmente, i Cobas della scuola che avevano in programma la manifestazione per il 24 aprile prossimo, decideranno di revocare le proteste per unirsi anche loro al fronte del 5 maggio. Era dal 2008, quando il Ministro dell'Istruzione era Mariastella Gelmini, che tutte le sigle sindacali non si univano insieme per manifestare in piazza contro le riforme del governo.
Sette anni fa era la riforma del governo Berlusconi oggi è la Buona Scuola di Renzi a far infuriare gli animi, visto che alla presentazione delle riforme che si intendeva attuare in breve tempo, i rappresentanti dei lavoratori non sono stati interpellati su queste tematiche molto complesse, quali sono quelle della scuola.
Il pensiero di Francesco Scrima, leader della Cisl scuola, è molto eloquente sulla questione: 'Quando ci si intromette in questioni senza averne una approfondita conoscenza e competenza in materia si fa la fine dell'apprendista stregone che crea danni incalcolabili.
È quello che Renzi sta facendo sulla scuola'. Secondo i vari sindacati, infatti, ciò che manca alla riforma è un piano di investimenti e un piano di assunzioni per il personale, così si rischia il futuro stesso dell'istruzione italiana. La preoccupazione maggiore dei lavorati nell'ambito della scuola è questa figura del preside-sceriffo a cui il Premier vuole affidare buona parte delle competenze ed infatti gli unici che approvano la riforma sono i dirigenti scolastici.