Nessuna modifica del Disegno di legge sulla Buona Scuola, da domani in discussione al Senato, sulle assunzioni e sui poteri ai presidi. E per i sindacati e i prof rimane lo sciopero degli scrutini: al tavolo di confronto indetto ieri tra il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini e i rappresentanti dei sindacati Scuola aderenti a Flc Cigl, Fnals Confsal, Cisl, Uil, Gilda è stata fumata nera.

Ascoltare, dialogare, parlare: proclami rimasti sulla carta, il Governo Renzi continua a tirare dritto sulla riforma della scuola e incassa, ora, anche l'appoggio dei presidi che invitano l'Esecutivo a "non fare passi indietro".

Giannini sul blocco scrutini: 'Responsabilità'

Del tavolo di confronto ministro-sindacati ne dà notizia il Corriere della Sera di oggi, 26 maggio 2015, che riporta le dichiarazioni del ministro Giannini: "Possiamo parlare dei dettagli, ma l'impianto del testo del Ddl scuola non cambia: autonomia, valutazione e merito rimangono i cardini della riforma". Sull'ipotesi del blocco degli scrutini, Giannini ha tagliato corto, minacciosa: "Faccio appello al vostro senso di responsabilità".

Una piccola apertura potrebbe esserci solo sulla valutazione: il nucleo individuato dalla riforma è formato dal preside, da due docenti e dai rappresentanti dei genitori (un genitore e uno studente alle scuole superiori). Si potrebbe rivedere la norma nel senso di escludere dal nucleo genitori e studenti.

Riforma scuola Renzi, rimane lo sciopero del blocco degli scrutini

Un'apertura che, però, evidentemente non soddisfa le sigle sindacali che hanno confermato, dopo l'incontro avvenuto ieri al Miur, lo sciopero di un'ora durante le prime due giornate di scrutinio. Quanto il Governo sia disposto a rivedere la riforma lo si potrà apprendere solo a partire dalla prossima settimana, al termine delle votazioni ed in prossimità del termine per la presentazione degli emendamenti al Senato, fissato per il 1° giugno.

Scuola, i presidi si schierano contro sindacati e prof: 'Il Ddl va bene così, niente revisioni'

Nel frattempo, all'incontro di ieri al Miur era presente anche Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi che ha incitato il ministro Giannini ad andare avanti nella riforma: "Nessun passo indietro perché il testo arrivato al Senato ha già subito troppe modifiche che l'hanno allungato e l'hanno complicato. Non è più un quel testo di semplificazione delle norme e delle procedure di cui la scuola ha bisogno da anni". Per questo, Rembado auspica che al Senato non vengano cambiate le norme relative ai due superpoteri dei presidi: la chiamata diretta e l'assegnazione dei premi di merito.