Sonoore molto calde per il dibattito relativo alla riforma Pensioni 2015: si continua a discutere di pensione anticipata, dopo la presa diposizione della CGIL, e della sentenzadella Corte Costituzionale che ha picconato la Legge Fornero nella parterelativa alla mancata indicizzazione delle pensioni. Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha annunciato che incontrerà i sindacati che, da benprima che la Consulta si pronunciasse, chiedevano un faccia a faccia.

Questa lanovità più significativa di oggi, 4 maggio, dal cantiere della previdenza. Le sigle sindacali, in unanota unitaria, hanno fatto sapere di aver domandato al governo Renzi di essere ricevuti d’urgenza proprio dopo lo stop al blocco delle rivalutazioni delle pensioni:c’è poco tempo da perdere, considerando la voragine nei conti pubblici chequest’ultimo evento potrebbe determinare.

Riforma pensioni 2015,pensione anticipata e stop alla Legge Fornero: ultime novità

“Incontreròsicuramente i sindacati – ha detto Poletti attraverso un comunicato – non appenaavremo definito a livello di governo una posizione collegiale in merito allasentenza della Consulta”.

Dal Palazzo, il Ministro del Lavoro spiega cheoccorre un’analisi approfondita dopo lo scossone dello scorso 30 aprile: unfatto che, con ogni probabilità, non si aspettavano da Palazzo Chigi. Renzi e isuoi, infatti, millantavano un “tesoretto” di qualche miliardo e già erapartita la discussione sul come investirlo.

Lapartita della riforma pensioni 2015,dunque, si arricchisce di questa ulteriore variabile che peserà non pocoriguardo le possibilità di mettere mano alla pensione anticipata, l’istituto che con la manovra Fornero ha presoil posto dell’anzianità. Sapremo solo nelle prossime settimane con esattezza l’ammontaredel buco da ripianare che, secondo le prime stime, è quantificabile sui 5miliardi di euro.

Non è poco: per rendere l’idea possiamo ricordare che laquota 100 di Damiano, una delle proposte più apprezzate degli ultimi tempi, èstata sempre snobbata perché “cara”. Le proiezioni, in questo caso, parlavanodi una spesa di 10 miliardi: il doppio di quanto servirebbe ora. La speranzadei lavoratori è che a pagare, questa volta, non siano sempre i soliti.

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