Dovrebbe arrivare entro questo venerdì il provvedimento dell'esecutivo con il quale si tenterà di risolvere definitivamente la delicata questione delle mancate rivalutazioni Istat per il biennio 2012 - 2013, una misura prevista nella legge Fornero 2011 e considerata incostituzionale dai giudici supremi. Dopo la confusione iniziale che si era generata con la sentenza, ora è arrivato il momento della concretezza e del confronto con la realtà.

Purtroppo un'applicazione generalizzata dei rimborsi resta a tutt'oggi impensabile, ma secondo diversi tecnici del Governo sarebbe da considerarsi anche immorale. D'altra parte, anche se si volesse considerare l'utilizzo del Tesoretto, le risorse attualmente a disposizione del bilancio pubblico per le pensioni non superano i 3- 5 miliardi di euro, a fronte di una stima potenziale superiore ai 15 miliardi di euro nel caso in cui si voglia considerare di rimborsare anche le Pensioni più alte, da parecchie migliaia di euro al mese.

Decisione Consulta e rimborso pensioni: Padoan incontra Moscovici, convergenza tra Italia e Ue sulla previdenza 

A sottolineare che i termini della questione prevederanno un rimborso parziale e graduale dell'adeguamento all'inflazione sulle pensioni, vi sono le notizie recenti di un incontro tra il Ministro dell'economia Pier Carlo Padoan e il Commissario Ue agli Affari Economici Pierre Moscovici, che ha speso parole di rasserenamento in relazione alla vicenda.

"Le autorità italiane sono pienamente coscienti del problema derivante dalla sentenza della Corte costituzionale sulle pensioni" spiega il tecnico europeo, auspicando che la vicenda possa chiudersi nel più breve tempo possibile. La soluzione di compromesso sarebbe già in corso di costituzione e prevederebbe di rispettare le condizioni già previste all'interno del Def prima che la decisione della Consulta arrivasse a sparigliare le carte in tavola.

Rimborso Istat, soluzione di gradualità: ecco i dettagli sulla formula allo studio per garantire gli adeguamenti

Entrando nel dettaglio della possibile soluzione allo studio dei tecnici, lo schema che sta circolando nelle ultime ore prevede di applicare l'adeguamento con un coefficiente scalare, che diminuisce al crescere dell'importo percepito dal pensionato fino ad azzerarsi per i redditi più alti.

Un'ipotetica tabella potrebbe prevedere, ad esempio un coefficiente del:

  • 95% fino a 2.000 euro;
  • 75% fino ai 2.500 euro;
  • 50% fino a 3.000 euro; 

e così via. Secondo i tecnici del Mef, una simile impostazione tecnica potrebbe assolvere alle richieste dei giudici costituzionalisti in favore dei pensionati, garantendo al contempo che sia rispettato il parametro del rapporto tra deficit e Pil inferiore al 3%, così come previsto dai trattati internazionali siglati dall'Italia.

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