"Il principio che ci sta guidando nel determinare un metodo che permetta di restituire una parte dell'indicizzazione [...] è parziale e selettivo" spiega il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che sta lavorando ad una soluzione per assolvere alla sentenza numero 70/2015 prodotta a fine aprile dalla Corte Costituzionale. La decisione della Consulta ha sollevato un vespaio di polemiche tra i lavoratori, i pensionati e le forze politiche, mettendo in luce tutte le contraddizioni del nostro sistema previdenziale, ma anche quelle della passata riforma della previdenza avvenuta nel 2011.

Un insieme di misure restrittive che di fatto ha esasperato le tensioni sociali e che il Governo attualmente in carica è chiamato a disinnescare. Non si tratta certamente di un compito semplice, perché i tecnici devono trovare la quadra tra due esigenze opposte: quelle della tenuta dei conti da parte di Bruxelles e quelle dei pensionati che ora vogliono avere indietro quanto gli è stato ingiustamente sottratto.

Rivalutazione pensioni, il decreto arriverà in settimana e risolverà la questione aperta con la sentenza della Consulta

Stante la situazione, l'ennesimo colpo di scena è arrivato nella giornata di ieri, quando il Ministro Padoan ha spiegato di avere tra le mani l'ipotesi di soluzione definitiva che il Governo applicherà già a partire dai prossimi giorni.

"In settimana vareremo il decreto sulle pensioni" spiega l'esponente dell'esecutivo, mostrando di voler risolvere la vicenda ben prima di quanto ipotizzato inizialmente (quando si pensava che la soluzione potesse arrivare solo nel mese di giugno). Mette però le mani avanti per quanto riguarda l'universalità della misura, perché come già anticipato da altri esponenti del Governo, il rimborso dell'adeguamento all'inflazione non potrà certamente essere generalizzato.

Questo perché si rischierebbe di rompere il vincolo di bilancio che da Bruxelles chiama il Paese a mantenere un rapporto tra deficit e Pil al livello massimo del 3%.

Rimborso Istat potrebbe funzionare secondo l'ipotesi di uno scaglionamento per fasce di reddito

Per quanto riguarda lo scenario applicativo, i tecnici avrebbero allo studio la possibilità di rimodulare il moltiplicatore deciso con la Riforma Fornero, portandolo da tre a sei o sette volte la pensione sociale.

In questo modo, le rivalutazioni sarebbero garantite fino ad una fascia di vitalizio che ammonta a 3.000 - 4.000 € al mese (cifre da intendersi come lorde). Questa configurazione permetterebbe di rispettare tanto il principio di gradualità previsto nella sentenza dei giudici costituzionalisti quanto la stabilità dei conti pubblici e delle misure previste all'interno del recente documento di programmazione economica e finanziaria.

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