In base alla legge n. 104/'92, i lavoratori che hanno un familiare portatore di handicap hanno diritto a tre giorni di permessi retribuiti. I benefici previsti dalla legge 104 spettano anche se dipendente e familiare portatore di handicap non convivono oppure se si ha domicilio/residenza in una città distante e, addirittura, se è presente con il disabile una badante.

Si è pronunciata in questi termini la Corte di Cassazione, la quale, con la sentenza n. 27232/2014, ha ribadito che se nella casa familiare del disabile è presente un' altra persona tenuta a provvedere all'assistenza del parente, la presenza di una badante non esclude di per sé il diritto ai tre giorni di permessi mensili retribuiti, non potendo in tal modo eludersi lo scopo perseguito dalla normativa, in quanto è legittimamente presumibile che, essendo il lavoratore impegnato con il lavoro, all'assistenza del parente provveda un'altra persona.

Così come è ragionevole che quest'ultima - una eventuale colf o badante - debba fruire di alcuni giorni liberi e questi giorni possono coincidere con i tre giorni di permessi del lavoratore.

La Corte aggiunge inoltre che deve interpretarsi in modo più elastico e rispondente alla ratio della norma (art. 33 della L. n. 104) anche il requisito della continuità, in quanto, in ragione del lavoro espletato dal lavoratore ed in funzione dell' assistenza al familiare, può sussistere una continuità non quotidiana meritevole di tutela.

Bisogna tuttavia precisare che prima della riforma avutasi con la L.

n. 183/2010, la legge n. 104 subordinava l'ottenimento dei permessi retribuiti a due requisiti concomitanti: quello della continuità e quello della esclusività dell'assistenza al parente. Stando però alla recente pronuncia, tali requisiti vanno interpretati in modo più flessibile, ed in particolare:

  • la "continuità" non viene meno se il lavoratore ed il familiare vivono in città distanti: la lontananza non è motivo per negare i permessi di cui alla legge 104;
  • la "esclusività" non significa che la presenza di una colf o badante con il familiare disabile possa pregiudicare la possibilità per il lavoratore di ottenere i permessi, proprio perché la badante ha diritto anche quest'ultima ai riposi settimanali durante i quali sarà il parente a prendersi cura del familiare disabile.

Si rammenta che i tre giorni di permesso spettano solo ad lavoratore dipendente per l'assistenza dello stesso disabile, il quale dovrà, pertanto, scegliere il famigliare da cui farsi assistere.

Inoltre, bisogna precisare che hanno diritto ai permessi retribuiti soltanto i lavoratori dipendenti:

  • gli stessi disabili in situazione di gravità;
  • i genitori, anche gli affidatari, di figli disabili;
  • i coniugi, i parenti fino al 2° grado di familiari disabili;
  • oppure, ai parenti fino al terzo grado solo se i genitori o il coniuge della persona portatore di handicap grave ha più di 65 anni di età oppure abbiano anche essi patologie invalidanti oppure siano deceduti.

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