L'organico di potenziamento della Scuola, che dovrebbe operare a partire dal mese di novembre 2015, in realtà non è che una beffa. A spiegarne il motivo è l'avvocato Marco Barone, che in un articolo su OS mostra il caos della legge 107/2015 e le sue contraddizioni. Un discorso che non possiamo fare a meno di condividere e diffondere. Dopo averla definita una 'legge scritta di fretta...
una prova di forza che dimostra la debolezza della classe dirigente politica italiana', Barone spiega perché l'organico di potenziamento non ci sarà quest'anno.
La scuola e il suo organico di potenziamento 2015/16
Citando le parole di Faraone, sottosegretario del Miur, l'avvocato mostra tutta la contraddizione della legge sulla riforma scolastica. Faraone ha affermato che a partire da novembre le scuole avranno 55.258 docenti in più. Ma la legge 107/2015 afferma che per quest'anno scolastico i posti del potenziamento non possono essere coperti da chi è titolare di contratti di supplenza breve o saltuaria.
Questo organico dipenderà anche dal POF triennale strabilito dalle scuole entro il mese di ottobre dell'anno precedente, che include anche l'individuazione del fabbisogno di posti comuni e di sostegno dell’organico dell’autonomia. Ma se il POF viene stabilito questo ottobre, gli insegnanti destinati all'organico di potenziamento di quest'anno cosa faranno? Ci si ritrova con una legge che definisce l'esistenza dei posti di potenziamento dall'anno scolastico 2015/2016, ma con l'impossibilità di attuarla perché i passaggi richiesti per la sua attuazione sono rimandati all'a.s. 2016/17.
Le condizioni dell'organico di potenziamento
L'esame della situazione attuale dell'organico di potenziamento da parte dell'avvocato Barone su OS, conclude con le condizioni dei docenti che ne faranno parte.
Docenti che non avranno continuità, non avranno una classe da seguire, non potranno esercitare pienamente la loro funzione di insegnanti, dovranno essere flessibili e non hanno certezze sugli orari di lavoro. E cosa buffa, per ottenere questo posto devono pure far domanda ed essere disposti a spostarsi in qualunque parte del Paese. Come può il Governo meravigliarsi del fatto che i docenti rifiutino questa riforma?