"Insieme al gruppo parlamentare di Sel, aderisco alla battaglia delle donne riunite nel Comitato Opzione Donna e parteciperò al sit-in (organizzato congiuntamente dal Comitato e dal gruppo Esodati d'Italia) che si tiene mercoledì 15 settembre sotto al Ministero dell’Economia a Roma. La sperimentazione Opzione Donna deve andare avanti per consentire alle donne con 57 anni se dipendenti e con 58 anni se autonome, di poter accedere alla pensione una volta maturati i 35 anni di contributi".

Sono le dichiarazioni rilasciate in esclusiva per Blasting News dall'On. Marisa Nicchi di Sel (Sinistra, ecologia e libertà), in merito alla manifestazione di protesta organizzata dalle lavoratrici che chiedono di ottenere la quiescenza anticipata tramite l'esercizio dell'opzione donna. Il presidio ha preso forma dopo che il Mef, durante un incontro prospettato da molti come risolutivo e risalente alla scorsa settimana, si è rifiutato di ratificare il via libera definitivo all'accordo politico già in essere.

Pensioni #opzionedonna, Sel chiede al Governo di dare il consenso alla quiescenza delle lavoratrici

Stante la situazione, l'On. Nicchi sottolinea come la questione dei pensionamenti non possa essere ricondotta solamente a logiche di natura economiche. "Il ministero dell’Economia e la Ragioneria Generale dello Stato, invece, si dimostrano contrari all'applicazione dell'Opzione Donna, nonostante esista un sostanziale accordo politico tra maggioranza e opposizione, facendo prevalere presunti problemi di bilancio sul rispetto dei diritti delle lavoratrici". La parlamentare prosegue spiegando che "i diritti devono venire prima della burocrazia. Il Governo non può continuare a fare il gioco delle tre carte: dice di essere d'accordo con l’Opzione Donna ma subisce il blocco della Ragioneria di Stato, tanto più che il ministro Poletti parla di più flessibilità del sistema pensionistico”.

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