Il tiro alla fune sul tema della previdenza sembra destinato a proseguire nei prossimi mesi, mentre i tempi della politica per l'avvio di una sanatoria generale del storture dovute alla legge Fornero diventano più stringenti. Da un lato nell'ultima settimana abbiamo registrato l'ennesimo stop da parte del Mef ad una trattativa (quella degli esodati e delle lavoratrici con opzione donna) che sembrava destinata ad un via libera conclusivo. Dall'altro lato restano ancora irrisolte le incertezze sul presunto provvedimento di flessibilità che dovrebbe arrivare con la nuova legge di stabilità, seppure a patto di una redistribuzione degli oneri che preveda nuovi tagli in capo ai pensionandi.
Tra tutte queste contingenze, diventa difficile trovare un filo rosso conduttore che possa chiarire in modo efficace quale sarà il percorso seguito dai legislatori per garantire la flessibilità previdenziale tanto agognata dai lavoratori disagiati.
Riforma pensioni, i punti di svolta da oggi 14/9 alla fine del 2015
Stante la situazione, il calendario della previdenza appare ricco di appuntamenti: si parte da domani 15 settembre con la mobilitazione delle lavoratrici opzione donna davanti al Mef. Alla protesta saranno presenti anche i lavoratori esodati che richiedono l'avvio della settima salvaguardia e una delegazione trasversale di rappresentanti della politica. Si proseguirà nei prossimi giorni con le valutazioni finali del Ministero dell'Economia e del lavoro, che attraverso un comunicato congiunto risalente la scorsa settimana hanno dichiarato di aver aperto un nuovo esame dei numeri.
Una presa di posizione finale dovrà comunque arrivare entro le prossime settimane, visto che il 6 ottobre è attesa l'udienza del Tar della class action proposta dalle lavoratrici del Comitato Opzione donna.
Pensioni, con la prossima legge di stabilità 2016 c'è attesa anche per i precoci
Sempre dall'inizio di ottobre inizieranno poi le discussioni preparatorie per la legge di stabilità 2016, con laquale dovrebbe essere garantito un provvedimento di flessibilizzazione dei requisiti di pensionamento.
All'interno di quest'ultimo sono da sottolineare anche le richieste alla politica dei lavoratori precoci, che premono per l'avvio di un meccanismo di uscita con 41 anni di versamenti, indipendentemente dall'età raggiunta o da ulteriori penalizzazioni. L'iter legiferante dovrebbe comunque concludersi entro la fine dell'anno, pertanto pertale scadenza sapremo con certezza quali saranno i provvedimenti effettivamente approvati in campo previdenziale.
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