Per la controriforma, seppur parziale e selettiva, della legge Fornero sulle Pensioni pare proprio che siamo al traguardo. L’accelerata, che si spera sia quella determinante, è arrivata dallo stesso premier  Matteo Renzi. Difatti il presidente del consiglio, nei giorni scorsi,  ha dichiarato come la flessibilità in uscita sia un intervento realizzabile già con la prossima legge di Stabilità.

Poi c’è stata la conferma del ministro dell’Economia durante la festa nazionale di Scelta Civica a Salerno. Padoan, parlando di pensioni, ha dichiarato che la flessibilità in uscita non è una manovra a costo zero. Pertanto coloro che vorranno andare in pensione in anticipo dovranno aspettarsi una parziale riduzione del vitalizio previdenziale Il nodo sta proprio in ciò: quale sarà l’entità della decurtazione?

Decurtazione degli assegni pensionasti vincolata dalla decisioni UE

Non toccate la Fornero! Questo il monito dell’Europa. I vincoli europei ci obbligano a tenere i conti in ordine. Difatti la Commissione Europea ritiene il nostro attuale sistema previdenziale come uno dei più affidabile dell’Unione, sia per la stabilità sia per la compatibilità.

Pertanto  qualsiasi intervento che il governo vorrà adottare nella prossima legge di Stabilità dovrà essere sostenibile e compatibile con bilancio  e costi derivanti dalla eventuale flessibilità. Saranno certamente privilegiate le lavoratrici dell’opzione donna, per le quali il premier si è più volte sbilanciato, considerando le lavoratrici prossime alle pensioni più adatte al ruolo di nonne pensionate. Si aggiunga, inoltre, che proprio in questi giorni l’Inps ha diramato una circolare nella quale è previsto il prolungamento dell’opzione donna. Difatti è scritto nella nota,che una lavoratrice dipendente del settore privato, ad esempio, che abbia perfezionato nel mese di novembre 2014 i requisiti sia anagrafici (57 anni e 3 mesi) che contributivi richiesti (35 anni), con l’annessa apertura della finestra temporale a partire dal 1° dicembre 2015, può  avvalersi della facoltà dell’opzione e così accedere al trattamento pensionistico anche successivamente alla data del 31 dicembre.

Il governo penalizza le aspettative dei lavoratori precoci, bisogna privilegiare i conti pubblici

Chi, invece non uscirà vincitore in questa mini revisione della legge Fornero, come abbiamo avuto modo di segnalare in nostri precedenti articoli al riguardo, sono certamente i lavoratori precoci.  Per questa categoria di lavoratori non si profila nell’orizzonte pensionistico nessuna soluzione certa, sebbene Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera, insieme all. on. Baretta (ambedue del partito democratico) siano primi firmatari di un disegno di legge (il ddl 857) nel quale si sostiene la necessità e la priorità di un intervento a favore di questi lavoratori che abbiano raggiunto i 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica.

Stando alle notizie di oggi 30/ 9 pare proprio che l’Esecutivo  non abbia intenzione di volerla prendere  in considerazione.

Prima di tutto il governo deve badare  all'equilibrio tra  spesa pensionistica e l’ampia platea di lavoratori che desiderano godere anticipatamente della pensione.

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