Settimana particolarmente accesa nel dibattito sulla riforma Pensioni, tra promesse e smentite sull'introduzione di nuovi criteri di flessibilità in uscita per la pensione anticipata. Le ultime novità arrivate dal Governo Renzi non hanno messo in dubbio la necessità di modificare la legge Fornero per renderla meno rigida, ma diverse le perplessità espresse sui tempi della manovra previdenziale.
Nuovi criteri flessibili per i prepensionamenti, infatti, si sarebbero dovuti introdurre nella legge di Stabilità 2016 ma a quanto pare non ci sarebbero le coperture finanziarie, quindi l'operazione flessibilità verrebbe rinviata a data da destinarsi.
Riforma pensioni, Renzi valuta interventi ma a costo zero per lo Stato
Dopo una settimana di dichiarazioni e voci contrastanti di esponenti del governo e della maggioranza, ieri a tentare di fare chiarezza, senza spegnere le speranze per lavoratori e pensionandi, è stato direttamente il premier e leader del Pd. Matteo Renzi, in buona sostanza, ha spiegato che l'esecutivo sta valutando l'opportunità di apportare qualche modifica alla legge Fornero "nelle prossime settimane e mesi", ha detto il presidente del consiglio secondo quanto riferisce l'Ansa.
Ma Renzi ha anche avvertito che le nuove forme di flessibilità per la pensione anticipata dovranno essere "a somma zero". I nuovi prepensionamenti a 62 anni, in pratica, non dovranno costare nulla alle casse dello Stato e quindi le coperture finanziarie dovrebbero essere recuperate all'interno del sistema previdenziale, introducendo quindi delle penalità sulle pensioni che a questo punto potrebbero essere per niente lievi, diversamente da quanto auspicato dai lavoratori, dai sindacati e dalla minoranza del Pd, con cui comunque il governo deve fare i conti.
Flessibilità per la pensione anticipata, non ci sono le coperture nella legge di Stabilità 2016
Ipotesi, quelle enunciate dal premier, che chiudono completamente alle proposte di cui si è discusso in questi mesi e già al vaglio della commissione Lavoro della Camera: come quella sulla pensione anticipata a Quota 100 (sommando età anagrafica e contributiva) o sui prepensionamenti a 62 anni con 8% di penalizzazione.
L'ipotesi che finanziariamente sostenibile sarebbe quindi inevitabilmente legata al sistema di calcolo contributivo degli assegni previdenziali. Dunque, chi ha intenzione di terminare in anticipo l'attività lavorativa e andare in pensione prima dei 66 anni e 7 mesi previsti dalla legge Fornero, dovrà rassegnarsi ad avere pensioni più basse rispetto quelle calcolate col sistema misto (contributivo e retributivo).
"Dobbiamo trovare un meccanismo - ha affermato ieri il premier secondo quanto riferisce l'Ansa - per cui chi vuole andare in pensione un po' prima rinunciando a un po' di soldi - ha spiegato Renzi - possa farlo". Ma dalle parti di Palazzo Chigi non ci sono ancora proposte definite e le idee sembrano con confuse, di certo c'è che non si trovano ancora le coperture.
"Il problema - ha proseguito il presidente del consiglio - quanto prima e quanti soldi. Spererei di farlo - ha aggiunto restando nel vago - nelle prossime settimane e mesi. Sono ottimista - ha sottolineato Renzi - ma per lo stato deve essere a somma zero". Sembra dunque sempre più difficile che le modifiche alla legge Fornero vadano in porto con la prossima legge di Stabilità 2016.