Si entra nel clou del confronto sulla legge di Stabilità 2016, dovrebbe essere quella appena cominciata la settimana decisiva per capire quali effettivamente saranno le misure che il Governo Renzi inserirà nella manovra finanziaria che dovrebbe essere di circa 27miliardi. Sul fronte fiscale è ormai certa la cancellazione della Tasi sulla prima casa per tutti, sia per i proprietari che per gli affittuari; verrà inoltre abolita l'Imu agricola sui terreni e sugli imbullonati.

Un'operazione di circa 5miliardi di euro come mancato gettito per i Comuni in cui confluiscono finora le imposta sugli immobili e i servizi indivisibili.

Finanziaria 2016: dallo stop a Tasi e Imu fino alle pensioni, ecco il piano di Renzi

In finanziaria dovrebbe esserci anche la proroga dei contributi fiscali alle imprese sulle nuove assunzioni, il governo sembra intenzionato ad allungare di un anno la decontribuzione per gli imprenditori sui nuovi assunti, mentre la minoranza Pd chiede di rendere questa misura strutturale, altrimenti "il Jobs act muore", ha avvertito il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano.

Acque agitate nel Partito democratico pure sulla riforma Pensioni, anche se il governo, secondo le ultime informazioni e indiscrezioni giunte da Palazzo Chigi e rilanciate dalle agenzie di stampa, pare sia intenzionato a non far venire meno il mantenimento delle promesse. Ormai certo il provvedimento di settima salvaguardia degli esodati, così come la proroga dell'opzione contributivo donna. Ancora dubbi su quali alla fine saranno le misure per la flessibilità in uscita dal lavoro per l'accesso alla pensione anticipata. Ma un intervento in questa direzione sembra ormai fuori discussione. L'esecutivo, secondo quanto riferisce l'Adnkronos, sulla questione previdenziale punterebbe infatti a una soluzione complessiva che se non trova spazio direttamente nella legge di Stabilità sarà formulata in un collegato alla finanziaria.

Pensione anticipata a 63 anni col 4% di penalità, la possibile soluzione del governo

Serrato il confronto sull'opzione contributivo donne, per la proroga e l'estensione si pensa a una penalità del 3% sugli assegni previdenziali delle lavoratrici di 58 anni che vanno in pensione con 35 anni di contributi. Grande attesa per il settimo intervento di salvaguardia degli esodati, che potrebbe essere quello definitivo con autorizzazioni di spesa ad hoc: si punta a recuperare i risparmi delle precedenti salvaguardie. La questione più difficile da risolvere per l'esecutivo nel quadro di una cornice di tenuta della finanza pubblica è quella sulla flessibilità per i prepensionamenti. La soluzione preferita dal governo, o comunque quella che a Palazzo Chigi sarebbe la più quotata nelle ultime ore in quanto tra le più sostenibili, sarebbe quello di consentire l'uscita in anticipo a 63 anni, quindi riducendo di tre anni l'età pensionabile stabilita dalla legge Fornero.

Ma per aver accesso a questo tipo di pensione anticipata serviranno 35 anni di contributi e si dovrà accettare una penalità sull'assegno pensionistico mensile del 4%, una soluzione ritenuta sostenibile che potrebbe essere condivisa da tutto il Pd e dal Nuovo centrodestra e che potrebbe evitare ulteriori problemi nella maggioranza che sostiene il Governo Renzi.