Non si placano i confronti e gli scontri sulla riforma pensioni Renzi per il 2016: al di là del mancato inserimento di una misura di flessibilità in uscita, le proteste sono soprattutto intorno alla questione degli esodati e della proroga dell'opzione donna. Sul primo tema, il provvedimento del governo Renzi risulta essere ancora una volta parziale: non tutti i lavoratori esodati, infatti, rientreranno nella settima salvaguardia, per cui, ancora una volta, il problema è stato risolto a metà e la vertenza dovrà necessariamente continuare.
Sulla questione dell'opzione donna, invece, c'è un problema connesso all'adeguamento dell'aspettativa di vita: il requisito per l'accesso alla cosiddetta opzione donna, infatti, è stato accresciuto di 3 mesi, in questo modo non tutte le donne nate nel 1958 potrebbero avere i requisiti di 57 anni e 3 mesi al 31 dicembre 2015 necessari per l'accesso al beneficio. In questo senso, è partita una campagna su Twitter affinché il governo Renzi non crei disparità di trattamento a partire da una differenza minima d'età: i destinatari di questa manovra 'social' sono Renzi, Poletti e Padoan e si chiede di rimediare a questo 'piccolo errore di calcolo'.
Infine, per quanto riguarda il part-time, la misura è ancora poco definita e quindi è difficile esprimersi su di essa: quello che è certo, è che si tratta di un provvedimento molto blando e soggetto alle decisioni delle aziende. Molto probabilmente, saranno pochi i lavoratori che opteranno o potranno optare per questa scelta.
Intanto, ritorna al centro del dibattito la questione della mancata indicizzazione delle Pensioni e la UIL ha deciso di ricorrere nuovamente alla Corte Europea.
Il ricorso alla Corte Europea e le ultime news sulla riforma pensioni Renzi per il 2016
Se il governo Renzi è alle prese con le critiche sulla riforma pensioni per il 2016, considerata insufficiente, parziale e selettiva, ecco che arriva una nuova 'gatta da pelare': il sindacato dei pensionati UIL ha infatti presentato ricorso alla Corte Europea per i diritti dell'uomo per la mancata applicazione della sentenza della Corte Costituzionale che aveva di fatto bocciato completamente la misura del governo Monti di blocco delle indicizzazioni degli assegni.
La questione è che il governo Renzi non è intervenuto pienamente su questa materia e non ha riconosciuto il fatto che i trattamenti pensionistici sono stati considerati dall'Europa di natura patrimoniale. Si tratta di un ricorso collettivo e la UIL invita tutti coloro che sono interessati a rivolgersi alle sedi territoriali per raccogliere le istanze: il sindacato annuncia, dunque, una battaglia contro lo sfruttamento da parte dei governi che si sono susseguiti della condizione dei pensionati. Per l'esecutivo si tratta veramente di una 'gatta da pelare', anche perché la questione non è di poco conto per le casse dello Stato: la mancata riforma delle pensioni 2016 e contemporaneamente la sempre più marcata discriminazione cui sono sottoposti pensionati e lavoratori non poteva che produrre una decisione del genere.
Il timore è che, questa volta, i nodi vengano realmente al pettine.
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