La legge di stabilità 2016 sta andando verso l'approvazione da parte dell'Unione Europea, nonostante la misura sull'abolizione della tassa sulla prima casa non piaccia a Bruxelles: il capitolo sulla riforma pensioni 2016, invece, sembra trovare consensi in Europa, nella misura in cui, di fatto, non intacca la legge Fornero. Il governo Renzi ritiene di aver agito in vista della tenuta dei conti e la decisione di non investire in una riforma del sistema previdenziale è da leggersi in stretta connessione con le altre misure approvate nella misura di stabilità: i soldi ci sono e si è deciso di investirli altrove, dove, probabilmente, è più facile raccogliere il consenso.

Sulla questione è intervenuto ieri Cesare Damiano sulle pagine del quotidiano L'Unità e la posizione del presidente della Commissione Lavoro alla Camera ha suscitato delle perplessità nella misura in cui ha preso le distanze dalla minoranza dem, ritenendo di non dover portare avanti alcuno 'strappo' con il governo Renzi e con il premier in persona e di voler continuare la sua battaglia in Parlamento. È sempre più chiaro come l'opposizione interna al PD sia decisamente debole e le parole di Damiano lasciano intendere che questa debolezza è strutturale e la loro 'battaglia' inefficace. Il gioco politico italiano o, se volgiamo, la sua anomalia consiste proprio nel fatto che il PD impersoni sia la maggioranza che l'opposizione in un gioco tutto interno, in realtà, alla maggioranza di governo.

Le parole di Cesare Damiano e le ultime news sulla riforma pensioni 2016 del governo Renzi

La situazione della previdenza italiana vive sicuramente un periodo non facile e la situazione politica italiana sembra aggravare alcune situazioni contingenti. La riforma delle Pensioni 2016 del governo Renzi contiene quattro provvedimenti che lo stesso Cesare Damiano ritiene insufficienti o, comunque, poco efficaci nel risolvere la situazione italiana.

La prima questione che il presidente della Commissione Lavoro alla Camera ha affrontato riguarda quella degli esodati: Damiano si è detto contento della settima salvaguardia, si tratta del resto di una sua battaglia, ma non può non notare come, ancora una volta, la situazione non sia stata affrontata fino in fondo; a quanto pare, infatti, almeno 20mila esodati resteranno non tutelati.

Per l'opzione donna, il presidente della Commissione Lavoro ritiene che si sia lavorato bene ma ci tiene a polemizzare sui numeri: secondo le stime del governo Renzi il provvedimento costerebbe circa 2 miliardi di euro, cifra ritenuta spropositata da Damiano che invita, comunque, l'esecutivo, qualora vi siano dei risparmi, a 'restituire' i fondi per altri provvedimenti connessi ad una possibile riforma delle pensioni 2016. C'è poi il part-time, misura molto 'leggera' e che è tutta da verificare nella sua efficacia: quanti lavoratori accetteranno una decurtazione dello stipendio? Quante aziende accetteranno un patto individuale con il lavoratore? Troppe le incognite, insomma. Infine, la no-tax area per i pensionati: la misura entrerà in vigore nel 2017, dunque nulla di nuovo per l'anno prossimo.

Importante, comunque, la dichiarazione di Cesare Damiano sul fatto di non volere creare alcuno strappo con Renzi: la maggioranza si compatterà anche questa volta e si procederà nella medesima direzione. La flessibilità in uscita, intanto, viene ancora promessa, ma la fiducia in una soluzione politica e di governo sta diminuendo sempre di più. È tutto con le ultime news sulla riforma pensioni Renzi per il 2016; per approfondimenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.