La pensione anticipata, istituita con la riforma Fornero, continua a far discutere. Quali sono le ultime notizie ad oggi, 28 novembre 2015? Sul punto è tornato ad intervenire il leader della Lega Nord Matteo Salvini ed è giunto anche un comunicato da parte dei comitati degli esodati, divenuti simbolo negativo della manovra varata dal governo dei tecnici ormai quattro anni fa.
Le novità al momento non sono entusiasmanti perché, come è noto, la flessibilità in uscita è stata rinviata al 2016. Non ci resta, dunque, che discutere di quella che è l’attualità del dibattito, analizzando le parole dei principali esponenti della politica.
Ultime pensione anticipata 2016, parla Salvini: ‘Via la Legge Fornero’
Ha scelto Facebook, secondo mezzo a lui più gradito dopo la tv, per attaccare il governo e criticare la Legge Fornero che ha inasprito i requisiti per lasciare il lavoro con l’introduzione della pensione anticipata. Matteo Salvini ha criticato l’esecutivo guidato da Matteo Renzi che, a suo avviso, trova i soldi per tutti: “perché non li trova per cancellare l’infame Legge Fornero?” si chiede il segretario della Lega?
“Forse – continua – esodati, mancati pensionati e giovani disoccupati valgono meno?”. Il leader del Carroccio, che ha sempre contestato la manovra previdenziale voluta dall’esecutivo Monti, esprime ancora tutta la sua contrarietà: “Non avrò pace finchè la maledetta Fornero non sarà cancellata”.
Ultime notizie pensioni, esodati tornano a farsi sentire
Con un comunicato i comitati degli esodati sono tornati a parlare, attaccando duramente il governo che, secondo il loro punto di vista, avrebbe attinto al fondo esodati per finanziare il decreto sul Giubileo. Si tratta di 500 milioni di euro, fanno sapere i rappresentanti degli ex lavoratori, che si aggiungono ad altre risorse “scippate” per finanziare i provvedimenti della Legge di Stabilità. I due interventi, denunciano gli scriventi, sottraggono nel complesso circa un miliardo di euro e mettono a rischio la salvaguardia dei lavoratori che ancora attendono una tutela. Molti di loro, sottolineano, non la troveranno nemmeno nella settima salvaguardia che, al momento, lascia fuori circa 20 mila persone.