Ci avviciniamo alla fine del 2015 e la riforma delle Pensioni è stata nuovamente rinviata: all'interno della legge di stabilità 2016, infatti, non è stato inserita nessuna misura in vista di una flessibilizzazione dell'uscita dal mondo del lavoro. Come abbiamo già segnalato, il 2016 è un anno molto particolare in quanto la legge Fornero procede nel suo tragitto e i requisiti anagrafici e contributivi in vista dell'ottenimento della pensione si allungano di 4 mesi in relazione alla cosiddetta aspettativa di vita. Le richieste per una riforma del sistema previdenziale arrivano da più parti e ultimamente si segnala la vicinanza sempre maggiore tra i sindacati confederali, i quali stanno approntando una piattaforma comune sul sistema pensionistico, e Cesare Damiano, che prosegue la sua battaglia sui pensionamenti flessibili a partire da una proposta di legge depositata oramai due anni fa.

Infine, c'è il caso Tito Boeri: il Presidente dell'Inps ha suscitato molte polemiche per il suo ruolo considerato troppo 'politico' a partire dalla sua proposta di riforma complessiva dell'intero sistema della previdenza. È il momento, insomma, di comprendere quali saranno i punti di partenza per le discussioni che dovrebbero riprendere a gennaio: le proposte sul campo, al momento, sono due.

La proposta di Damiano per la riforma pensioni 2016

Una delle proposte di riforma delle pensioni da cui prenderanno avvio le discussioni a partire dal gennaio 2016 è quella di Cesare Damiano, si tratta della pdl 857 depositata nell'ormai lontano aprile del 2013. Il sistema previdenziale pensato dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera prevede un meccanismo piuttosto semplice e lineare di premialità e penalizzazioni: l'uscita è prevista a 66 anni d'età, fermo restando il requisito contributivo di 35 anni di contribuzione, ma si può anticipare o posticipare con penalizzazione annua del 2% o con premialità annua del 2%.

In parole semplici, per ogni anno che si anticipa la pensione o la si ritarda rispetto al requisito dei 66 anni si guadagna o perde un 2%. Il massimo di anticipo o ritardo può essere di 4 anni, per cui la penalizzazione e la premialità massime saranno dell'8%. Per quanto riguarda, invece, la pensione anticipata, la proposta Damiano prevede la cosiddetta Quota 41, fortemente voluta anche dai lavoratori precoci, secondo la quale si potrà andare in pensione a qualsiasi età fermo restando il requisito contributivo appunto di 41 anni.

La proposta di Boeri per la riforma delle pensioni 2016

La seconda proposta a partire dalle quali vi sarà il confronto politico è quella di Tito Boeri, Presidente dell'Inps. Accantonando per un attimo le polemiche suscitate sul suo ruolo considerato eccessivamente politico, occorre analizzare in cosa consiste. I punti in discussione della sua ipotesi di riforma delle pensioni sono cinque:

  • flessibilità in uscita a partire da 63 anni e 7 mesi (con almeno 20 anni di contributi versati) e con un taglio dell'assegno che dovrebbe arrivare al massimo al 10% (al momento, sembrerebbe scongiurato il ricalcolo con il contributivo puro)
  • reddito minimo di 500 euro per gli ultra 55enni senza lavoro né ovviamente pensione
  • unificazione delle varie gestioni pensionistiche pubbliche
  • contributo di solidarietà sugli assegni pensionistici più alti (compresi i vitalizi dei politici e dei manager pubblici)
  • possibilità per il pensionato di continuare a vedersi versati i contributi per incrementare nel futuro l'assegno

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