Le discussioni sulla riforma delle pensioni per il 2016 sono state rinviate all’anno venturo, quando, secondo Cesare Damiano, si dovranno affrontare una serie di vertenze in maniera più concreta e diretta. Nel frattempo, è stato reso noto il report dell’Istat ‘Trattamenti pensionistici e beneficiari’ sullo stato della previdenza italiana: i dati possono essere riassunti in questo modo, da quando è entrata in vigore la legge Fornero i pensionati sono diminuiti e percepiscono di meno ma la spesa è comunque aumentata. Dall’analisi si evince soprattutto un dato: la riforma delle Pensioni non può che passare attraverso una riforma dell’Inps e delle disuguaglianze che porta con sé: quando aumentano contemporaneamente la povertà e la spesa, è chiaro che qualcosa non funzioni.
Le incredibili disuguaglianze: ultime notizie pensioni 2016 oggi 26-12
Quali sono gli effetti di questi primi anni della riforma delle pensioni targata Monti-Fornero? Secondo i dati del report Istat, la situazione procede in questo modo: i pensionati sono diminuiti in misura drastica, si calcola che nell’ultimo triennio siano diminuiti nel numero di 400mila, ma la spesa pensionistica è continuata comunque ad aumentare, superando nel 2014 il costo di 4 miliardi di euro annui con un’incidenza sul PIL di più del 17%. Com’è possibile questa situazione? la risposta sembra essere veramente difficile a trovarsi, anche perché, scorrendo i dati del report, si scopre che il più del 40% dei pensionati, dunque più di sei milioni di persone, percepiscono un assegno inferiore ai 1000 euro al mese.
Insomma, si spende di più e aumenta la povertà. Quali sono le motivazioni di questi dati? L’unica risposta sta nelle disuguaglianze dei trattamenti previdenziali.
Assegni d’oro e assegni da fame: novità pensioni 2016 oggi 26-12
I dati dell’Istat fotografano una situazione di forte disuguaglianza sull’entità dell’assegno pensionistico: se più di 6 milioni di pensionati percepiscono meno di 1000 euro al mese, è anche vero che a crescere sono gli assegni chiamati ‘d’oro’.
Basta leggere questi dati per comprendere le contraddizioni del sistema pensionistico: due milioni di pensionati vivono con meno di 500 euro al mese, mentre più di 200mila persone godono di un assegno superiore ai 5mila euro mensili e 13mila al di sopra dei 10mila euro. È chiaro, insomma, che la riforma delle pensioni 2016 non possa che passare per una riforma dell’Inps: la questione riguarda il problema della ‘redistribuzione’, se la previdenza si chiama in questo modo è proprio perché dovrebbe prevedere meccanismi redistributivi e di solidarietà. È tutto con le ultime novità sulle pensioni e la riforma dell’Inps; per aggiornamenti, cliccate su ‘Segui’ in alto sopra l’articolo.