Dopo l'approvazione della Legge di Stabilità Cesare Damiano esprime il suo pensiero. Il Presidente della Commissione Lavoro della Camera si mostra entusiasta per i risultati ottenuti, ma afferma che molto è ancora da fare. Damiano asserisce che il 2016 sarà l'anno nel quale avverrà la svolta decisiva per due tematiche importanti nel nostro Paese. La quota 97 e la quota 41 rappresentano due punti sui quali si dovrà giungere ad un risultato equo e giusto per gli aventi diritti e per i bilanci statali. La flessibilità in uscita è un tema che attanaglia chi vorrebbe andare in pensione, così come la quota 41 è richiesta a gran voce dai precoci che hanno già versato contributi che dovrebbero consentirgli di divenire lavoratori a riposo.

Damiano e le quote 97 e 41

Cesare Damiano ha definito il proprio operato soddisfacente. Molto da lui proposto è stato approvato nella Legge di Stabilità. Nonostante il Governo Renzi non abbia accettato quanto da lui proposto per un'uscita dal mondo del lavoro anticipata (62 anni d'età anagrafica, 35 anni di contributi effettivi versati e l'8% di decurtazione massima sull'assegno previdenziale) i risultati raggiunti sono notevoli. La salvaguardia verso gli esodati e quanto è stato fatto per l'Opzione Donna sono già un buon traguardo per cui gioire. Speranza di Damiano è che il 2016 sia l'anno decisivo per vedere finalmente la quota 41 e la quota 97 approvate.

Ciò che si deve raggiungere è un nuovo assetto della legge Fornero che ha messo paletti limitativi importanti.

I cosiddetti Precoci ed Esodati sono nati grazie al decreto Salva Italia. Volontà del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord, oltre che di Cesare Damiano, è quella di riuscire a garantire ai Precoci la quota 41. Essa consiste nel dare la possibilità a chi ha lavorato 41 anni di accedere alla pensione indipendentemente dall'età anagrafica (paletto del ddl Fornero).

Non da meno la quota 97: essa vedrebbe un'uscita anticipata dal mondo del lavoro con i seguenti requisiti: 62 anni d'età anagrafica, 35 anni di contributi versati ed una penalizzazione massima dell'8% (si inizierebbe con una decurtazione del 2% per ogni anno, fino ad un massimo di quattro anni).