All'indomani della contestatissima approvazione della legge 107, i sindacati promisero guerre senza fine e un 'autunno caldo' con scioperi, boicottaggio e azioni eclatanti di protesta. In realtà, gli insegnanti si sono resi conto come la tanto promessa ribellione alla 'Cattiva Scuola' non abbia portato risultati significativi: anzi, se lo sciopero del 5 maggio scorso aveva finalmente contribuito a ricompattare le varie sigle sindacali, in autunno abbiamo assistito ad una nuova spaccatura che ha finito per ripercuotersi negativamente sulla battaglia degli insegnanti per la rivendicazione dei propri diritti.
Se il Presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva già dimostrato la scorsa primavera di avere le orecchie turate al grido lanciato dai docenti, ora la sordità del governo si è ancor più 'aggravata'. Allora, a questo punto, è inevitabile chiedersi cosa succederà nei prossimi mesi in merito a due questioni importantissime che rischiano di far crollare la dignità della professione dell'insegnante. Stiamo parlando del rinnovo del contratto e della mobilità su ambiti.
Contratto docenti, notizie scuola 10 dicembre 2015: aumento 'beffa'
Come riportato anche sull'autorevole sito specializzato 'Tecnica della Scuola', si profila all'orizzonte la beffa di un 'contratto mancia' di soli 8 euro lordi in più al mese: in pratica, la 'vergogna' di un solo euro ogni anno di blocco contrattuale, visto che dal 2007 la retribuzione degli insegnanti è 'congelata'.
Come scritto sulla pagina Facebook dell'onorevole Silvia Chimienti del Movimento Cinque Stelle, il governo ha provveduto allo stanziamento di risorse pari a 300 milioni di euro per il rinnovo di contratto di tre milioni di impiegati.
L'assurdità è che se siano stanziati 42 milioni per i premi produzione di 516 grandi dirigenti del Ministero delle Finanze. Occorre riflettere seriamente su questi atti di parzialità e di ingiustizia che finiscono sempre per colpire i più poveri e privilegiare chi, invece, ha già le tasche piene.
Mobilità docenti su ambiti territoriali e perdita titolarità di sede
Un altro pericolo è in agguato ed è quello riguardante il contratto della mobilità: la proposta riguarda la perdita della titolarità di sede per tutti quei docenti che si trasferiranno, titolarità che verrebbe assunta solo negli ambiti territoriali. Se i sindacati continueranno a curare altri interessi (come i 'vantaggiosi' ricorsi ai Tribunali) piuttosto che lottare unitariamente per i diritti di tutti gli insegnanti, la Buona Scuola avrà vita facile.