"I trentenni pensino al lavoro, non alla pensione" sono le dichiarazioni attribuite all'ex Ministro del lavoro Elsa Fornero, in merito ai dati rilasciati dal Presidente Inps Tito Boeri sulle Pensioni delle future generazioni. L'avvisolanciato nelle scorse settimane non sembra essere piaciuto all'autrice dell'ultima riforma della previdenza, visto che ha parlato di "terrorismo psicologico" e "allarmismo ingiustificato". Secondo la docente universitaria, è necessario abbassare i toni sul tema della quiescenza per i giovani perché "la vera discussione è sul lavoro".

In questo senso, sarebbe sicuramente insufficiente decidere per legge di offrire a chi ottiene le tutele Inps delle "pensioni generose". Piuttosto, è importante "fare in modo che i giovani entrino presto nel mondo del lavoro, con forme contrattuali più dignitose".

Riforma pensioni, l'ex Ministro Fornero suggerisce di puntare sul lavoro

Stante la situazione, la soluzione secondo l'exMinistro del Governo Monti sarebbe quella di "aiutare le persone a trovare lavoro, e poi dire a chi non ce l'ha fatta che avrà comunque una pensione adeguata a carico della fiscalità generale". Resta però da capire quale soluzione pratica sia da seguire per dare attuazione a questa ricetta, visto che il blocco del turn over avvenuto con la riforma del 2011 ha oggettivamente influito sulle possibilità di inserimento dei più giovani.

Mentre la disoccupazione giovanile, nell'ultimo quinquennio, ha raggiunto e superato picchi del 40%. Eppure il tema della previdenza sarebbe comunque contraddistinto da un'apprensione ingiustificata, perlomeno a parere dell'economista, che afferma di fare fatica a ritenere che "un trentenne pensi già alla propria pensione", anche perché per un giovane "la pensione non può essere la prima preoccupazione".

Un punto di vista che però non combacia con la campagna informativa avviata dall'Inps negli ultimi mesi riguardante l'operazione trasparenza sulla previdenza pubblica. Ma ledichiarazionisembrano mal conciliarsi anche con l'urgenza dei futuri pensionati di costruirsi fin dalla giovane età un secondo pilastro previdenziale, che possa funzionare da sostegno a quello pubblico nel caso non dovesse risultare sufficiente.

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