Con la pensione anticipata contenuta nella proposta che attualmente è in fase di studio nella Commissione Lavoro della Camera si può correggere la riforma Fornero. E' il presidente della suddetta Commissione, Cesare Damiano, ad affermarlo in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Giornale parlando della riforma delle Pensioni e della situazione dei conti dell'Inps. "La legge Fornero non si può cancellare - ha affermato Damiano - ma si può correggere introducendo la flessibilità in uscita così come la stiamo studiando.

E sarebbe accettata anche dalla stessa Europa perché, a differenza delle stime che vengono fornite alla Comunità europea (incidenza delle pensioni sul Pil oltre il 15 per cento), i conti della previdenza sono in ordine". 

Pensione anticipata, requisiti di età e contributi della proposta Damiano

Dunque la pensione anticipata rappresenta un tassello indispensabile per la riforma delle pensioni. Non più di quattro anni di anticipo per l'uscita da lavoro rispetto ai requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia ed un taglio nell'assegno pensionistico che non dovrà superare l'8 per cento. Naturalmente, per uscire prima da lavoro, occorrerà aver maturato un certo numero di anni di contributi che, nella proposta, è fissato in trentacinque.

Non c'è da perdere ulteriore tempo: la pensione anticipata dovrà essere realtà già a partire da quest'anno. Per questo Damiano chiede la collaborazione e l'accordo di tutti i partiti politici, anche quelli che fanno parte dell'opposizione. 

Pensioni, i conti dell'Inps non sono preoccupanti

I conti sulle pensioni, secondo Damiano, sono in equilibrio: "Sarebbe assurdo se con tutte le riforme che si sono avute sulle pensioni - afferma il presidente della Commissione lavoro - soprattutto quella di Monti e della Fornero, particolarmente gravosa, la situazione non fosse ottimale. Anzi, dai nostri calcoli viene fuori che, nei quarant'anni dal 2020 al 2060, si avranno risparmi per oltre trecento miliardi di euro, proprio in virtù dei sacrifici imposti da questa riforma".

Il bilancio del sistema previdenziale attuale è praticamente in pareggio: "Se non consideriamo i trasferimenti dello Stato, i contributi che le imprese hanno versato per le pensioni e quelli degli stessi lavoratori ammontano, nel 2014, a 172 miliardi e 647 milioni, mentre la spesa delle pensioni è stata di 173 miliardi. Dunque il disavanzo è stato di poche centinaia di milioni di euro, non una somma preoccupante".