Non si placano le accese discussioni intorno alla delicata tematica riforma pensioni, sempre più politici di rilievo si confrontano e dicono la loro sulla questione previdenziale. Le ultime dichiarazioni, di un certo peso, sono quelle provenienti dal Sottosegretario all'Economia Baretta, che ha ribadito l'importanza di un intervento strutturale sulla riforma Pensioni ed ha assicurato che l'intervento è già allo studio del Governo; facendo, dunque, intendere che il mettere mano alla Riforma Fornero è volontà politica dell'esecutivo.

Il riferimento è soprattutto agli esodati e alle donne, visto che vengono segnalate le forti disparità di genere sugli assegni pensionistici. Sui precoci invece pare essere calato il silenzio, addio quota 41?

Riforma pensioni, novità Baretta: Governo studia le opzioni

Pier Paolo Baretta conferma, come si evince dalle sue dichiarazioni all'Ansa riprese in un post su Facebook da Patrizia Maestri (Pd), che è intenzione del Governo affrontare in primis la questione concernente il regime sperimentale Maroni, noto ai più con Opzione donna, e la questione delicata degli esodati.

Baretta: ok soluzioni per donne e esodati, precoci dimenticati?

Il sottosegretario al Mef, in audizione presso la commissione Lavoro della Camera sulle differenze di genere nelle prestazioni pensionistiche, afferma che vi è eccessiva rigidità in uscita dal mondo del lavoro.

Precisa, inoltre, che il Governo in vista della prossima Legge di Stabilità sta vagliando le opzioni che potrebbero portare ad una soluzione. "Figlie di questo eccesso sono la delicata questione degli esodati e la necessità di ricorrere all'opzione donna, condizione onerosa per lo Stato e faticosa per le interessate", dice Baretta.

La riforma pensionistica, aggiunge Barettta nel corso dell'audizione, è direttamente dipendente dai contributi versati, ecco perché le donne avendo carriere discontinue, fa intendere, sono le più penalizzate. Il sottosegretario al Mef riapre dunque le speranze per i lavoratori esodati e per le lavoratrici che confidano in una estensione dell'opzione donna nella prossima Legge di Stabilità; dimentica invece, nel suo discorso, i lavoratori precoci.

Eppure se la riforma pensionistica sarà sempre più direttamente proporzionale ai contributi versati, chi più dei precoci, si chiedono indignati i lavoratori, dovrebbe avere accesso alla quiescenza senza penalizzazione dopo 41 anni di lavoro?