Arrivano nuove dichiarazioni in merito al progetto del prestito pensionistico, sebbene manchi ancora la pubblicazione di un documento definitivo contenente tutti i dettagli della proposta di flessibilità allo studio del Governo. Ad esprimersi è ancora una volta il Sottosegretario Tommaso Nannicini, il quale si è detto aperto al confronto ("è giusto coinvolgere le parti sociali"), ma ha sottolineato anche che la scelta finale spetterà ai decisori pubblici ("sarà il Governo a tirare le fila").
Per quanto riguarda invece la platea dei potenziali beneficiari, l'economista ha ribadito che la bozza in via di definizione si concentra in particolari su tre differenti tipologie di lavoratori. Da un lato troviamo "chi ha la necessità di andare in pensione", dall'altro "chi preferisce andare prima e per questo accetta una penalizzazione". Nel mezzo ci saranno i pensionandi coinvolti in crisi e ristrutturazioni aziendali, oppure per i quali il datore di lavoro potrà decidere di prendersi in carico il costo dell'operazione. In questo modo, si potrà garantire comunque degli strumenti di flessibilità, senza appesantire l'Inps di nuovi costi nell'ordine di sei o sette miliardi di euro.
Riforma pensioni e APE, resta da definire la platea dei beneficiari
In merito all'effettiva platea dei potenziali aderenti, resta confermata la posizione espressa finora, sebbene si tratti di un'ipotesi soggetta a modifiche. Per il momento Nannicini ribadisce la possibilità di aprire le porte dell'Inps con tre anni di anticipo rispetto ai criteri stabiliti per la pensione di vecchiaia, pertanto la misura sarebbe disponibile a partire dai 63 anni di età. "Ma ripeto, è solo un'ipotesi di lavoro" evidenzia il Sottosegretario nell'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. I dettagli al riguardo saranno decisi all'interno della prossima legge di stabilità, pertanto Governo e Parlamento potrebbero apportare delle modifiche alla bozza iniziale.
Resta invece l'incertezza sul possibile riavvio del turn over, visto che "non c'è nessuna base empirica" in grado di garantire che le uscite anticipate possano favorire le nuove assunzioni, anche se ovviamente sarebbe uno scenario auspicabile.
Pensioni anticipate 2016: il focus sulle penalizzazioni
Altro nodo critico da sciogliere è quello delle penalizzazioni che saranno applicate sui futuri assegni. Il Sottosegretario esclude che si possa arrivare a punte annue dell'8% nei tagli, come circolato la scorsa settimana in alcune indiscrezioni di stampa: "è un numero troppo alto, ma di certo la flessibilità non può essere gratis". In merito alla vicenda, Nannicini ricorda che l'APE cercherà di calibrare la penalità sulla base dell'effettiva situazione del pensionando, prendendo come spunto proprio le tre diverse categorie di lavoratori citate in precedenza.
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