L'appuntamento del 28 giugno tra Governo e sindacati non ha sortito gli esiti da tempo auspicati da quelle particolari categorie di lavoratori che a gran voce chiedevano agevolazioni sul fronte previdenziale. Si è trattato, ancora una volta, di un mero incontro interlocutorio i cui punti all'ordine del giorno sono stati disattesi in favore di questioni di matrice puramente burocratica a meglio definire le tematiche precedentemente affrontate.

Indecisioni anche sulla famigerata legge Fornero, la cui riscrittura si prospetta più ardua che mai. Ancora nulla di concreto, comunque, quand'anche le novità illustrate di seguito si limiteranno a semplici ipotesi di carattere ufficioso.

Precoci

A dispetto di quanto annunciato nei giorni scorsi, il tema lavoratori precoci/esodati/usurati è stato anch'esso saltato a pie' pari. Ciò significa, con tutta probabilità, che l'intenzione di attuare una Riforma che includesse, tra le altre disposizioni, anche un provvedimento simile alla Quota 41 è già sfumato. Disappunto crescente dunque per i migliaia di appartenenti alle suddette categorie, notoriamente capeggiate dal Presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, attento paladino dei diritti del precoci.

L'anticipo

Seppur la proposta del prestito pensionistico o anticipo faccia storcere il naso a molti, L'Esecutivo pare oggi deciso a persuadere i sindacati della convenienza della proposta. Di fatto, l'APe risulterebbe conveniente forse solo a quei lavoratori che, privi di reddito e pensione, si vedrebbero costretti ad accedere a quello che la Camusso descrive come vero e proprio "mutuo". "Mutuo" perché andrebbe restituito entro vent'anni a partire dalla data in cui, tre anni dopo averlo richiesto, si divenisse effettivamente percipienti.

Già in previsione sono particolari agevolazioni fiscali per i redditi minimi, che promettono di rendere il pensionando meno diffidante nei confronti di tale procedura.

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