Tutto fermo. La novità peggiore per chi segue da vicino il tema delle Pensioni. Sia per i lavoratori precoci che per gli esodati l'incontro di ieri tra sindacati e governo si è risolto in un nulla di fatto. Dopo che nell'ultimo incontro si era parlato di pensione anticipata con l'Ape, nella giornata di ieri sono stati al centro del dibattito coloro che sono già in pensione. Nessun riferimento a quota 41 e ottava salvaguardia, nonostante siano nella piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil. I rinvii iniziano a diventare preoccupanti per i lavoratori.

La nota di Poletti

Attraverso un comunicato, il ministro Poletti ha fatto riferimento a ciò di cui si è discusso nell'incontro appena concluso con i rappresentanti delle sigle sindacali. Dalla modalità di rivalutazione degli assegni all'estensione della no-tax area, fino alla separazione tra previdenza e assistenza. Temi che non scaldano coloro che vorrebbero una profonda modifica della legge Fornero, vale a dire una nuova riforma pensioni per il 2017.

Si è rimasti fermi dunque alle posizioni del precedente incontro, quando era stata protagonista la pensione anticipata a 63 anni e 7 mesi, a fronte di una penalizzazione sull'assegno previdenziale ancora da definire con certezza. Sempre in quell'occasione c'era stata un'apertura di Poletti verso i lavoratori pubblici e autonomi, che potranno beneficiare della flessibilità in uscita qualora l'Ape rientri nella Legge di Stabilità 2017.

Ad oggi le probabilità sono elevate. Rimane però il punto di domanda sul prestito ventennale che il lavoratore dovrebbe chiedere alle banche per andare in pensione con uno, due, tre anni di anticipo.

Settembre e Legge di Stabilità si avvicinano

Più passa il tempo e più diminuiscono le speranze dei precoci e degli esodati. Giugno è passato e nessun passo in avanti verso quota 41 per i lavoratori precoci è stato fatto.

Sta avvenendo grossomodo quello che Cesare Damiano aveva chiesto di evitare al governo Renzi, cioè "arrivare lunghi" sul tema previdenziale per poi dimenticarsi di tutto a settembre, a ridosso dal Referendum costituzionale e dalla Legge di Stabilità.

Nell'incontro di ieri non ha trovato nemmeno spazio un argomento tanto importante come quello dell'ottava salvaguardia per gli esodati.

Il lavoro di queste settimane portato avanti da Damiano potrebbe non essere sufficiente. Ora c'è il mese di luglio in cui le cose potranno cambiare, in meglio, per due delle categorie più colpite dalla riforma Fornero. Trenta giorni in cui il governo dovrà dare risposte chiare. In caso contrario precoci ed esodati vivranno una nuova stagione da incubo.