Il fondo pensione pubblico giapponese GPIF avrebbe perso oltre 5 trillioni di ¥ (corrispondenti a più di 40 miliardi di €) a causa di un'errata politica di gestione del capitale e di un'eccessiva esposizione al mercato azionario. Il dato sarebbe emerso in anticipo rispetto alla presentazione del bilancio riguardante l'anno 2015 - 2016, mentre per entrare nel dettaglio delle cifre bisognerà comunque attendere la conferma ufficiale fissata per la fine del mese di luglio.

Per ora si sa che a creare i presupposti per la perdita è stato il turn over di portafoglio, con il quale si è deciso di cedere una quota importante di titoli obbligazionari (considerati a basso rischio) in favore di un'esposizione azionaria elevata. Di conseguenza il fondo GPIF è arrivato ad impiegare quasi la metà del proprio capitale in equity, esponendosi in questo modo ai rischi di mercato. L'elevata volatilità verificatasi nell'ultimo periodo ha fatto il resto, producendo quindi la perdita patrimoniale.

Riforma pensioni e previdenza giapponese: cresce la critica al Governo Abe

Sebbene la situazione appaia ancora gestibile, la perdita monstre registrata da Gpif potrebbe creare qualche difficoltà al Premier giapponese Abe, visto che nel 2014 ha avviato una riforma del settore con la quale si sono cambiate le regole di funzionamento del comparto, permettendo di incrementare la quota di investimento destinata al mercato azionario.

Del resto, l'opposizione del partito democratico giapponese non è tardata a farsi sentire, tanto che ha colto la notizia con nuovo moto di criticismo. Durante un'intervista risalente la scorsa settimana il direttore generale di GPIF Norihiro Takahashi aveva comunque messo in guardia contro i rischi del referendum britannico e l'eventuale crollo dei mercati a seguito di una maggioranza popolare favorevole alla Brexit, spiegando che l'eventualità avrebbe colpito le performance del fondo pensione. Al momento non sembra però esserci una strada semplice da seguire per recuperare quanto perso in breve tempo. "Non possono tornare a comprare obbligazioni, pertanto non c'è modo di tornare indietro" ha spiegato l'analista Hidenori Suezawa a Bloomberg.

"Ora devono continuare a comprare strumenti rischiosi quando crollano, con un'ottica di lungo periodo e tornando ad incrementare gradualmente il proprio patrimonio" ha concluso il ricercatore.

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