"La legge Fornero ha un limite molto grave, che è lo scalone. Stiamo cercando di risolverlo insieme ad altre cose che non vanno, tipo le ricongiunzioni onerose". Lo ha affermatoil Ministro del lavoro Giuliano Poletti mentre presenziava il Festival del Lavoro. L'esponente del Governo ha espresso la propria posizione in merito a quanto svolto fin qui riguardo la questione della flessibilità previdenziale, spiegando che la discussione si sta protraendo anche perché il campo d'intervento resta molto ampio, pertanto bisogna capire "quali sono le priorità e qual è la posizione che ognuno di noi ha rispetto a questi problemi".

Il riferimento va ovviamente alle richieste dei sindacati, riunitisi in una piattaforma unificata proprio per creare un fronte unico sul capitolo delle Pensioni, sia per coloro che attendono di ottenere i benefici dell'accesso all'Inps che per quanti hanno già maturato l'assegno ma vivono comunque condizioni di disagio economico.

Riforma pensioni, legge Fornero non è piovuta dal cielo

In merito alla discussione in corso, il Ministro del lavoro Poletti ha sottolineato anche che le problematiche relative alla legge Fornero "non sono piovute dal cielo", ricordando che la Manovra non è frutto del caso: "un Parlamento e un Governo l'hanno proposta e votata". L'attuale esecutivo si trova ora davanti alla sfida di cambiarla, spiega l'esponente democratico, ricordando che "stiamo cercando di farlo".

Non sono mancati poi alcuni riferimenti alle differenze di trattamento presenti nel mondo del lavoro, con un richiamo alla necessità di favorire la vita attiva delle persone. Un elemento che ha grande importanza anche per il futuro previdenziale dei giovani. Il Governo starebbe puntando a realizzare un meccanismo che possa affiancare il lavoratore nel restare attivo tramite dei progetti personalizzati, superando così la logica degli interventi generici.

Pensioni flessibili, gli altri temi presenti in agenda

Oltre alla questione della flessibilità previdenziale, il dossier sulle pensioni dovrà cercare di sciogliere anche gli altri problemi rimasti finora irrisolti nel meccanismo di passaggio dal lavoro alla pensione. Tra le tematiche più impellenti troviamo la questione delle ricongiunzioni onerose, ovvero l'impossibilità di entrare in quiescenza davanti a cuisi trovano molte persone con 42 o 43 anni di contributi Inps, in virtù della richiesta dell'entedi pagare somme ingenti per poter unire i versamenti effettuati nelle diverse gestioni.

Resta poi da capire quale sarà l'approccio verso i lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare attorno ai 16, 17 o 18 anni di età e spesso restano tagliati fuori dall'Inps nonostante diversi decenni di versamenti alle proprie spalle. Altro nodo in attesa di una soluzione riguarda l'ottava salvaguardia in favore dei lavoratori esodati, mentre i sindacati chiedono un intervento correttivo sulla previdenza complementare dopo l'aumento dell'imposizione fisacle avvenuto negli ultimi anni.

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