Le ultimissime novità al 6 agosto 2016 sulle pensioni per i lavoratori precoci e sulle alternative alla Quota 41 giungono dall'onorevole Davide Tripiedi e dall'onorevole Cominardi del M5S. I due membri della Commissione Lavoro della Camera ci hanno gentilmente rilasciato questa intervista dopo aver incontrato faccia a faccia, pochi giorni fa, i precoci. Lavoratori che avendo iniziato a lavorare prima della maggiore età proseguono la loro lotta per ottenere la quota 41 per tutti indipendentemente dall'età anagrafica e che continuano i loro incontri istituzionali, l'ultimo in data 4 agosto con Damiano, incuranti dell'afa estiva e fiduciosi che il Governo Renzi ascolti le loro richieste. Eccovi quanto emerso dal confronto con Tripiedi e Cominardi che ritengono più che doveroso che il Governo, dopo 41 anni di contributi, conceda la pensione a questi lavoratori.

Pensioni precoci e quota 41: l'intervista esclusiva a Tripiedi e Cominardi

-Cosa è emerso dall'incontro con i lavoratori precoci? 

E' emersa una situazione drammatica alla quale il Governo non ha dato la giusta importanza. Questi lavoratori chiedono solo ciò che gli spetta, una pensione dignitosa dopo che hanno sacrificato tutta la loro vita a lavorare, adolescenza compresa! Non è possibile che siano gli unici a dover pagare uno stato che ha permesso negli anni l'elargizione di Pensioni d'oro, baby pensioni, prepensionamenti, aiuti di stato ad aziende decotte e così via. Mentre si continuano a spendere miliardi di euro per salvare le banche, miliardi di euro per degli sgravi contributivi del jobs act che non sono serviti a nulla, nessun intervento è stato fatto per questa emergenza sociale silenziosa alla quale noi vogliamo dar voce.

- Condividete le loro richieste?

Assolutamente sì, pensiamo che siano richieste che si possono mettere in atto nell'immediato, ne beneficerebbero i giovani grazie al cosiddetto ricambio generazionale. Non possiamo penalizzare chi ha dedicato gran parte della propria vita al lavoro! Se poi pensiamo alle donne, ci si rende conto di quanto siano state vessate dalle riforme pensionistiche, a partire dal percorso di equiparazione dei requisiti pensionistici a quelli degli uomini, il tutto senza tener conto del contesto sociale dove la donna oltre ad essere lavoratrice era ed è soprattutto la figura centrale in termini di impegni domestici, educativi, assistenziali nel contesto famigliare. Difatti una delle proposte emerse dal comitato è quella di equiparare l'età contributiva delle donne e degli uomini, in ottemperanza alle direttive europee, ma al ribasso e di eliminare una volta per tutte l'aspettativa di vita.

Tutte proposte sostenute dal Movimento 5 Stelle.

-Il bonus precoci risolverebbe a vostro avviso i loro problemi o l'unica soluzione sarebbe la tanto richiesta quota 41?

Il governo è abituato a ragionare per bonus! Noi invece parliamo di diritti che non devono essere riconosciuti a rate!  

Il movimento 5 stelle vuole dare il sacrosanto diritto a chi ha contributo a rendere grande in nostro paese, di andare in pensione dopo 41 anni di contributi senza se e senza ma. Pensiamo che non si stia regalando niente a nessuno! Il lavoro è parte della nostra vita, ma non ci deve scippare tutta la vita, soprattutto per chi ha sacrificato tutta la propria esistenza! 

 -A vostro avviso il governo Renzi accoglierà le richieste di questi lavoratori?

Noi non vogliamo che la gente venga illusa, in commissione lavoro si discute di molti temi: lavori usuranti, ottava salvaguardia, ricongiunzioni onerose, flessibilità in uscita, il governo ha dichiarato che vuole investire 1,5 miliardi per risolvere alcune questioni.

A nostro parere sono risorse insufficienti per mettere mano a tutti questi temi.  A settembre incontreremo il sottosegretario Nannicini e cercheremo di fargli nuovamente capire che questo è un vero allarme sociale e che non c'è più tempo da perdere.