L'anticipo pensionistico (ape) costituisce un'occasione di visibilità per i politici tanto dell'opposizione (Salvini l'ha definita una colossale truffa) quanto del governo che nella trattativa coi sindacati vuole proporla come misura in grado di mitigare taluni aspetti della riforma Fornero. Nessuno infatti sembra curarsi degli oneri aggiuntivi a carico dei contribuenti.

Anticipare le pensioni ha un costo 

Il sistema previdenziale attualmente in vigore nel nostro paese è in parte contributivo e in parte retributivo: chi oggi esce dal mondo del lavoro riceverà un trattamento pensionistico relativamente "generoso" rispetto ai contributi versati in passato. Questo di fatto implica un trasferimento di risorse tra generazioni: per dare di più a chi va in pensione oggi (e ci è andato negli scorsi anni in passato il sistema era integralmente retributivo), occorrerà dare di meno a chi ci andrà in futuro.

Qualsiasi formula di anticipo o di flessibilità in uscita, che non comporti un ricalcolo della componente retributiva, di fatto costituisce un aggravio della situazione già squilibrata a sfavore delle nuove generazioni.

All'inps mancano già 90 miliardi all'anno

Se non bastasse l'ingiustizia di un sistema dove i giovani pagano più contributi e dovranno lavorare più a lungo per mantenere le attuali Pensioni a un livello più alto rispetto ai contributi versati, c'è anche lo squilibrio di cassa sul presente: si stima che nel 2016 all'Inps entreranno 218 miliardi in contributi e usciranno 308 miliardi in prestazioni.

Questo vuol dire che i 90 miliardi di differenza verranno dalla fiscalità generale. Dunque consentendo l'anticipo, senza correzione della parte retributiva, di fatto si aggrava ulteriormente il dissesto di un istituto che deve già ricorrere all'intervento del governo per un terzo del proprio bilancio (prima voce di spesa pubblica).

Altro che costo zero

Mentre tutti si concentrano sul costo per chi otterrà il beneficio di potersi ritirare in anticipo (dato dagli oneri finanziari oppure nullo se appartenenti a determinate categorie), non si parla affatto degli oneri per chi ancora lavora e dovrà farlo per molti anni: contributi per finanziare le pensioni retributive passate (e le quote presenti e future) e imposte per compensare lo squilibrio più immediato del sistema.