"Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Prof. Tommaso Nannicini, e i Segretari Generali di CGIL, CISL e UIL, al fine di completare gli approfondimenti sulle materie al centro del confronto in atto, hanno concordato di rinviare l'incontro previsto per domani a martedì 27 settembre, alle ore 14.30". È quanto si legge all'interno di una nota diramata dal MdL, così da certificare il nuovo posticipo in merito al confronto finale sul tema della riforma previdenziale. D'altra parte, che un accordo risultava distante dal poter essere raggiunto lo si capiva dalle recenti dichiarazioni degli stessi partecipanti, che seppure con modalità differenti indicavano posizioni ancora non conciliabili.

"L'incontro con il Governo previsto per oggi è stato rimandato" ha affermato al riguardo Ivan Pedretti della Spi - Cgil. "Il lavoro non è concluso e ci sono ancora approfondimenti da fare. Mi ripeto ma stiamo cercando delle soluzioni per tutti, sia per i pensionati che per i pensionandi. Questo è il nostro obiettivo".

Riforma pensioni e flessibilità Inps: ricalendarizzazione concordata

Il Ministro del lavoro Giuliano Poletti ha comunque precisatocon alcune dichiarazioni (prima dell'arrivo del comunicato ufficiale) chela ricalendarizzazione è stata concordata con le parti sociali. Non è difficile immaginare che la nuova scadenza possa servirea fare il punto della situazione avendo un quadro completo sull'andamento dell'economia italiana, a partire dai dati sul Prodotto interno lordo (PIL) per proseguire con il deficit e con il rapporto sul debito pubblico.

Insomma, tutti elementi che dovranno essere presi in considerazione per arrivare ad una rettifica del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (conosciuto meglio come DEF) e sui quali si dovrà calibrare la disponibilità di risorse da destinare al comparto previdenziale.

Si cerca compromesso sulla situazione dei lavoratori precoci

Tra le tante misure di riforma previdenziale in discussione, sembra che uno dei punti su cui la discussione si sia fatta più accesa riguardi proprio la situazione dei lavoratori precoci. Si tratta di personeche hanno iniziato a lavorare in giovane età e per le quali i sindacati chiedono un intervento di tutela con l'accesso alla quiescenza una volta raggiunti i 41 anni di versamenti.

Il Governo sembra invece voler lavorare ad un bonus contributivo di 3 o 6 mesi per i versamenti effettuati dai 14 ai 18 anni, ma un compromesso sulla vicenda appare difficile soprattutto perché le risorse richieste per un intervento di salvaguardia risultano molto elevate. "Sono fiducioso e credo che un accordo sia utile per i lavoratori ed anche per il Paese" ha spiegato a tal proposito Domenico Proietti, esprimendo il punto di vista della Uil e ricordando che la questione resta delicata. Al di là della diatriba sui conti i sindacati cercano infatti di arrivare ad una soluzione che possa risultare davvero definitiva, quindi "al sicuro da sorprese" durante la successiva discussione che caratterizzeràl'iter di approvazione della legge di stabilità 2017 in Parlamento.

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