Era già stato calendarizzato ed è ufficiale che oggi 12 settembre, l’incontro tra Governo e sindacati a tema Pensioni sarà regolarmente svolto. A dire il vero l’appuntamento più atteso sarà quello del 21 settembre, quando dovrebbe essere presentato dal Governo tutto il pacchetto di misure previdenziali che saranno inserite nella Legge di Stabilità, ma anche oggi la tappa può essere importante.

Infatti, il tavolo di oggi sarà tecnico, si parlerà dei provvedimenti in maniera funzionale e saranno più chiari i meccanismi che consentiranno ai lavoratori di lasciare il lavoro in anticipo, ricongiungere i contributi versati in casse previdenziali separate e così via.

Bisognerà fare i conti con banche ed assicurazioni

Come dicevamo, il 21 il Governo romperà gli indugi presentando il pacchetto completo di misure con i relativi costi e stanziamenti. Oggi invece si parlerà di come funzioneranno proprio le misure che dopo l’aggiornamento del DEF saranno coperte economicamente. Il punto principale è la risposta alla mancanza di flessibilità del sistema pensionistico, cioè il consentire ai lavoratori di lasciare il lavoro in anticipo.

Lo strumento, piaccia o no sarà l’APE, l’anticipo pensionistico. Sembra tutto confermato per quanto concerne il meccanismo e l’apertura dei sindacati, tra i quali la UIL ed il suo Segretario Barbagallo sembrano essere propedeutici al reale ingresso di questa misura nel sistema previdenziale nostrano.

Le banche e le assicurazioni entreranno nel sistema e forse nulla sarà più come prima. Le speranze di vedere cancellata la Fornero, con tutte le problematiche che ha lasciato, sono definitivamente tramontate. I requisiti anagrafici, le soglie di contributi necessari alla pensione resteranno quelli in vigore oggi. Andare in anticipo in pensione e quindi lasciare prima il lavoro però sarà consentito, a patto che si accetti la pensione sotto forma di prestito bancario.

L’INPS erogherà la pensione ai cittadini che sceglieranno l’APE, ma lo farà con soldi di una banca che di fatto renderanno indebitato il soggetto aderente l’iniziativa. Appena raggiunti i requisiti per la pensione vera e propria, cioè 66 anni e 7 mesi di età, il pensionato dovrà iniziare a restituire, mese per mese e per 20 anni, tutti i soldi percepiti in prestito. Naturalmente, essendo banche, i soldi non saranno prestati gratuitamente, ma probabilmente caricati di interessi e spese e siccome lo Stato non può permettersi di fare da garante, saranno delle assicurazioni a coprire le banche dei rischi di premorienza del pensionato e così via.

L’APE ma non solo, ritorna in auge il Rita

Il meccanismo dell’APE ormai è questo, difficilmente oggi potrà subire scossoni e variazioni tecniche.

Si tratta solo di confermare o meno la quantità della penalizzazione per i pensionati meritevoli di aiuto. Si tratterà forse, di perfezionare il meccanismo delle detrazioni fiscali che consentiranno al pensionato che viene da un lungo periodo di disoccupazione, o che sarà titolare di una pensione bassa, o con problematiche reddituali. Infatti sembra certo anche che lo Stato si accollerà la rata di debito di questi soggetti. Si valuterà anche di consentire ai pensionati di richiedere una Ape ridotta, in base alle esigenze singole di ogni soggetto. Questo perché sembra scontato che l’APE diventerà il salvagente per i soggetti più in difficoltà, proprio quelli che vanno aiutati e che non hanno reddito, ma per rendere più appetibile il pacchetto, ecco che si pensa all’ennesima novità, il Rita.

Si tratterà di poter richiedere anticipatamente la rendita (o parte di essa) che i lavoratori avanzano dai Fondi Pensione Integrativi, per coloro che vi hanno aderito. In questo modo, un soggetto dovrebbe essere maggiormente spronato a lasciare il lavoro e con un po’ di APE ed un po’ di rendita anticipata riuscirebbe a tirare avanti indebitandosi poco e lasciando il lavoro innescando il tanto agognato ricambio generazionale.