Entro la fine del mese di settembre il Governo dovrebbe mettere nero su bianco il pacchetto previdenziale che correggerà l’attuale Legge Fornero per quanto concerne la pensione degli italiani. Correggerà dicevamo perché di fatto non si tratta di una riforma vera e propria, ma solo di piccoli aggiustamenti ad un insieme di norme che resteranno ancora in vigore anche nel 2017. Oggi però molte deroghe alla normativa attuale già esistono e consentono di anticipare la pensione subito, senza attendere le novità della prossima Legge di Stabilità. Per qualcuno potrebbe addirittura essere conveniente lasciare il lavoro oggi, senza indebitarsi, attraverso l’APE, con una banca.

Requisiti attuali per lasciare il lavoro

Il Governo Monti operando in un periodo di crisi profonda e di impennata dello spread che avvicinò l’Italia al tanto temuto default, chiese numerosi sacrifici agli italiani, primi tra tutti i pensionati. Molti dei provvedimenti che quel Governo, ad opera dell’allora Ministro Fornero, inserì nel palinsesto normativo italiano, sono risultati illegittimi, come quello che bloccava la perequazione delle Pensioni o che faceva lo stesso per gli stipendi nelle Pubbliche Amministrazioni. Molti altri però sono ancora in vigore e soprattutto per le pensioni, hanno inasprito e di molto i requisiti per lasciare il lavoro.

Per i lavoratori che hanno iniziato a lavorare molto giovani per esempio, si è passati da 40 anni di contributi necessari senza limiti anagrafici, a 42 anni e 10 mesi.

Questa soglia si riferisce alla vecchia pensione di anzianità che la Fornero ribattezzò pensione anticipata. Con un intervento normativo in parole povere agli italiani vicini ai 40 anni di contributi, si allontanò la pensione di 2 anni e più. Anche la pensione di vecchiaia ha subito lo stesso trattamento, questa volta causato dall’adeguamento alla speranza di vita.

In parole povere, aumentando l’età media di vita degli italiani, si innalzarono le soglie di età necessarie che oggi sono 66 anni e 7 mesi di età.

Categorie per cui esistono scorciatoie e scivoli

Nonostante la riforma Fornero entrò in campo come un caterpillar, lasciò in campo alcune deroghe per determinate categorie di lavoratori.

È anche vero che i Governi successivi, intervento dopo intervento hanno inserito una serie di vincoli che di fatto hanno azzerato molti degli scivoli previsti dalla Legge, ma resta in vigore ancora qualche vantaggio. Per i disabili sopra l’80% di invalidità si può uscire ancora a 60 anni e 7 mesi (5 anni in meno se donne), ma solo nel settore privato. Per i non vedenti addirittura 55 anni e 7 mesi o 50 anni e 7 mesi per le donne. Quota 97,6, 61 anni e 7 mesi di età per usuranti e notturni da almeno 78 giorni l’anno. Nel comparto sicurezza e difesa, servono 40 anni e 7 mesi di contributi senza limiti anagrafici oppure con 35 anni di versamenti servono 57 anni e 7 mesi di età.

Pensione di vecchiaia per sportivi professionisti a 53 anni e 7 mesi oppure 61 anni e 7 mesi per i ferrotranvieri, il Fondo Volo o i marittimi.

Inoltre esistono scorciatoie inserite da particolari provvedimenti che miravano a correggere alcune anomalie prodotte dalla Legge Fornero, errori che hanno creato il fenomeno degli esodati, per esempio. Ecco che esistono le salvaguardie esodati di cui a giorni dovrebbe essere lanciata l’ottava o opzione donna che anticipa l’uscita dal lavoro a 57 anni e 3 mesi di età con 35 di contributi per alcune lavoratrici, anche se con assegno gravemente penalizzato. Anche qui, a giorni dovrebbe uscire il risultato del monitoraggio del provvedimento. In caso di risultato positivo della sperimentazione dello scorso anno, come sembra essere, opzione donna potrebbe essere estesa addirittura fino al 2018.